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06 Luglio 2022 - 17:47
Le vittime accertate del crollo della Marmolada "salgono a nove, due in più rispetto a ieri. Si sta facendo tutto il possibile e il lavoro di oggi, che ha portato a questo risultato, è la dimostrazione delle forze che le autorità mettono in campo". A confermare il numero è Mauro Fugatti, presidente della Provincia autonomo di Trento. Le vittime di oggi non sono state ancora identificate. Ritrovati infatti nella giornata di oggi i corpi di due uomini che risultavano nell'elenco dei dispersi e che si aggiungono alle sette vittime già accertate. Oltre ai due alpinisti che dovranno essere identificati, nella tarda mattinata sarebbero stati recuperati dai soccorritori anche i resti di una donna, ma non è ancora chiaro se si tratta di una vittima già accertata o da ricercare nell'elenco dei dispersi. Lo apprende l'Adnkronos da fonti investigative.
Le ricerche della Protezione Civile trentina e del Soccorso alpino stanno intanto proseguendo senza interruzione dopo la valanga di domenica 3 luglio e "hanno consentito di individuare e recuperare i resti di altri escursionisti coinvolti nella frana staccatasi dalla Marmolada" con il crollo del seracco. "Si ipotizza si tratti dei corpi di alpinisti appartenenti alla stessa cordata".
Da quanto apprende l'Adnkronos i ritrovamenti sono avvenuti "in tarda mattinata" ma nessuno si sbilancia su quella che potrebbe essere l'identità delle vittime che saranno trasportate al Palaghiaccio per eventuali riconoscimento, ove possibile, da parte dei parenti. La massa di detriti che ha travolto, stravolto e sepolto i corpi rende complicato il riconoscimento. Al momento la valanga di ghiaccio e rocce ha causato sette vittime certe, mentre il bilancio dei dispersi è fermo a cinque, tutti veneti: Erica Campagnano e il compagno Davide Miotti, Nicolò Zavatta 22enne studente universitario, e l’altra giovane coppia Emanuela Piran e Gianmarco Gallina.
Gli elicotteri del Soccorso alpino continuano a portare i droni in quota, quindi si procede dall'alto alla ricerca di eventuali resti, indumenti o attrezzatura che possano ricondurre alle vittime accertate o ai dispersi. Solo se viene individuato qualcosa un soccorritore viene imbragato e si procede al recupero. Da ieri è stato stabilito che procedere diversamente mette a rischio la vita dei soccorritori esposti al crollo del seracco rimasto 'in bilico'.
A Trento prima riunione operativa in procura per stabilire i primi passi di un'inchiesta in cui individuare eventuali responsabili non appare per nulla semplice. Per il procuratore di Trento Sandro Raimondi, che ha incontrato le forze dell'ordine e i soccorritori, "in questo momento possiamo escludere una prevedibilità e una negligenza o imprudenza" nel fascicolo aperto per disastro colposo.
Intanto i Ris di Parma sono arrivati a Canazei per acquisire "i prelievi" di quanto recuperato sulla Marmolada per compararli con il Dna delle persone scomparse. Una finalità esclusivamente "identificativa" per un’analisi "che ha priorità assoluta: i tempi saranno contenuti in alcuni giorni, salvo imprevisti" le parole del colonnello Giampietro Lago, al comando dei Ris di Parma, in un'intervista all'Adnkronos.
"C'è una doppia acquisizione da fare: quella dei campioni biologici dai resti recuperati sulla Marmolada, quindi l'acquisizione dei campioni da un oggetto appartenuto al disperso come uno spazzolino da denti oppure prelevato da un familiare diretto, ossia un genitore o un figlio. Una volta raccolti questi duplici campioni verranno analizzati a Parma", spiega il colonnello Lago che cercherà di trovare una 'corrispondenza' genetica tra i resti senza nome e un oggetto che rimanda necessariamente a un disperso. Nel caso di 'match' si avrebbe la prova scientifica del decesso. Un incarico affidato al Ris dal procuratore di Trento e che rappresenta un primo tassello per avere un bilancio definitivo sulla tragedia della Marmolada.
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