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Dodicenne sfregiata, al vaglio le chat

Dodicenne sfregiata, al vaglio le chat

NAPOLI. «Non sono uscito di casa per cercarla né tantomeno per ucciderla». Così, piangendo, il 16enne che a Montesanto (nella foto uno scorcio) ha sfregiato la fidanzata 12enne (o ex, non è ben chiaro) si è espresso nel breve colloquio avuto l’altro ieri nella caserma dei carabinieri con la madre e l’avvocato, il penalista Domenico Dello Iacono. Il quale ha anch’egli sottolineato che il minorenne stava per consegnarsi quando è stato rintracciato.

«Le modalità dell’accaduto escludono che il mio cliente volesse provocare la morte della ragazzina. Le indagini chiariranno se c’è stata premeditazione o se ha agito in preda a un raptus», ha poi aggiunto. Domani è in programma l’udienza di convalida del fermo per l’indagato (figlio di un’incensurata e imparentato con il boss dei Quartieri Spagnoli Mario Savio “’o bellillo”), emesso dal pm presso la procura per i minorenni e in cui sono racchiusi gli indizi a carico del 16enne, a partire dal più importante: le accuse della 12enne, che lo ha indicato con nome e cognome, raccontando l’incontro casuale nei pressi della Cumana di Montesanto e la successiva aggressione conclusasi con la coltellata alla guancia sinistra.

Le indagini dei carabinieri, in attesa dell’eventuale confessione del ragazzo davanti al gip (l’altro ieri non è stato interrogato dal pm), si sono orientate in queste ore all’analisi dei telefoni dei fidanzati e dal vaglio delle immagini della videosorveglianza di piazza Montesanto. Dai cellulari sarebbe emerso che il 16enne e la 12enne non avevano nessun appuntamento né il minorenne aveva contattato di recente la 12enne.

La chat tra i due infatti si ferma a diversi giorni prima, a dimostrazione che non si stavano più frequentando. Per gli investigatori, però, lui non si rassegnava all’idea di perderla e come successo altre volte sperava che al litigio sarebbe seguita una riappacificazione. Il motivo sarebbe stato sempre lo stesso: la gelosia. Sulla rottura definitiva del fidanzamento le versioni della famiglia divergono: l’una dice che si erano lasciati temporaneamente, l’altra sostiene che la ragazzina non voleva saperne più.

In ogni caso (ferma restando la presunzione d’innocenza dell’indagato fino all’eventuale condanna definitiva) appare certo che all’una e 30 di martedì i due minorenni si sono incrociati per caso in sella ai rispettivi motorini. Lui sarebbe sceso bloccandola: ci sarebbe stata prima una tirata di capelli e poi lo sfregio permanente.

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