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16 Luglio 2022 - 18:14
A due anni della morte mai chiarita in Colombia, il 15 luglio 2020, di Mario Paciolla, all'epoca cooperante dell'Onu, i suoi genitori, Anna Maria Motta e Giuseppe Paciolla, hanno presentato ieri a Bogotà una denuncia al Procuratore generale della Nazione, Francisco Barbosa Delgado, contro due funzionari dell'Onu, Christian Thompson e Juan Vasquez, e quattro agenti di polizia. La denuncia, sostenuta dall'Associazione Rete dei difensori dei diritti umani della Colombia, riguarda le ipotesi di “alterazione della scena (della morte) e ostruzione della giustizia".
Il 15 luglio 2020 Paciolla viene trovato senza vita nella sua casa di San Vicente del Caguán. Aveva 33 anni e si trovava in Colombia in missione per conto dell'Onu.
Sin dall'inizio la causa della morte è risultata essere poco chiara. Ritrovato impiccato con un lenzuolo, il decesso è stato inizialmente classificato come suicidio, causa mai accettata dalla famiglia e dagli amici, che invece propendono per la tesi dell'omicidio. A seguito di una mobilitazione generale e di nuovi elementi, le autorità colombiane iniziano le indagini su quattro poliziotti, accusati di aver consentito a funzionari delle Nazioni Unite di prelevare oggetti personali della vittima. Anche la procura di Roma apre un fascicolo per chiarire la causa della morte del giovane attivista napoletano. Le inchieste aperte in Colombia e in Italia e una interna all'Onu non sono state sufficienti a fugare i dubbi su quanto avvenuto.
Il caso Paciolla viene seguito dal legale Alessandra Ballerini, stesso avvocato dell'omicidio di Giulio Regeni.
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