Cerca

«Un agente favorì in carcere il ras Nicola Rullo»

«Un agente favorì in carcere il ras Nicola Rullo»

Tangenti nel penitenziario di Secondigliano, il neo pentito Eugenio D'Atri accusa un altro “secondino”: «Fece entrare droga e telefoni»

NAPOLI. La nuova gola profonda di Malanapoli fa tremare il sistema penitenziario e il cerchio delle indagini potrebbe essere tutt’altro che chiuso. Se è vero infatti che nel blitz che pochi mesi ha disarticolato un imponente giro di spaccio di droga nel carcere di Secondigliano erano già coinvolti alcuni “secondini”, grazie al neo pentito Eugenio D’Atri si scopre adesso che gli agenti infedeli in servizio nella casa di reclusione potrebbero essere di più e non ancora del tutto identificati. Tra questi, uno si sarebbe addirittura messo “a disposizione” del ras Nicola Rullo “’o nfamone”, uno dei capi del clan Contini. La circostanza emerge dal verbale dell’interrogatorio al quale l’ex killer è stato sottoposto, come anticipato ieri dal “Roma”, il 20 aprile scorso. Incalzato dalle domande del pm della Dda, D’Atri ha affermato: «Posso dire che quando sono entrato in carcere, Nicola Rullo del clan Contini era ubicato nella cella numero 24 della II sezione. Egli aveva rapporti con un altro assistente della polizia penitenziaria di nome Luigi, che noi chiamavamo Vincenzo e che era di Napoli centro, della zona di San Gaetano. Tramite lui, Rullo faceva entrare droga e telefoni in carcere». Lanciata l’accusa, il neo collaboratore di giustizia fornisce agli inquirenti alcuni ulteriori elementi: «Lui aveva problemi con un figlio coinvolto in attività illecite per stupefacenti; io avevo già riferito di questo Luigi, come di altri argomenti sempre relativi al carcere di Secondigliano, in un memoriale trasmesso alla Procura di Napoli nel febbraio scorso e dunque prima dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare. Penso che a questo Luigi si riferisse il collaboratore Niglio quando parlava di quello che aveva problemi con il figlio. Questo assistente, anche lui adesso in pensione, aveva rapporti anche con Ciro Contini e con Antonio Napoletano detto “Nannone”. Saprei riconoscere questo Luigi in quanto l’ho visto direttamente avere rapporti con Rullo in questi traffici illeciti». Il passaggio si conclude poi con un’ulteriore accusa, rivolta stavolta a un altro pezzo da novanta della mala napoletana: «Nella IV sezione l’organizzatore del traffico di stupefacenti era angelo Marasco, detto “Giovannone”». Quest’ultimo, come emerso da diverse inchieste giudiziarie sarebbe una delle figure apicali del clan Vigilia di Soccavo. Sul punto, Eugenio D’Atri ha così spiegato il funzionamento del “sistema”: «Angelo Marasco svolgeva funzioni di organizzatore dell’attività di ingresso e spaccio di stupefacenti presso la IV sezione del reparto Ligure. Con lui c’erano Salvatore Giuliano, affiliato del clan Mazzarella, che era in camera con Marasco; Giovanni Di Bernardo, che girava come spesino, Salvatore Rocco detto “Cannellone” che faceva da jolly alla spesa e lo misero in cucina. “Cannellone” collaborava per attività illecite già prima con Ottavio De Simone. Lavorando in cucina collaborava anche per altri reparti, non solo con Marasco, prima con la collaborazione dell’assistente De Simone e poi con Mavilla». Un mix di tangenti e connivenze, i cui protagonisti - stando a quanto riferito da D’Atri - potrebbero essere in parte ancora ignoti.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori