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Bimbi portati all'estero dall'ex coniuge e mai tornati, 14 casi a Napoli

Bimbi portati all'estero dall'ex coniuge e mai tornati, 14 casi a Napoli

NAPOLI. Quando un bambino viene portato all’estero è difficile farlo rientrare. L’iter è lunghissimo e mancano organi che siano a contatto diretto con il genitore. Il 73% di quei minori soffre di depressione, il 45,2% sviluppa problematiche relazionali.

La Legge impone ai genitori, anche qualora la relazione avesse termine, di occuparsi deli figli, in ossequio al principio della bi-genitorialità e nel rispetto delle regole sull’affido condiviso. La madre o il padre non possono dunque impedire all’ex coniuge di vederli. Eppure, in Italia, sono circa 250 i bambini sottratti illegalmente.

Solo a Napoli sono quattro i genitori che da tempo si stanno battendo per rivedere il proprio figlio o la propria figlia sottratta illegalmente dall’altro coniuge e portata via; in provincia i casi arrivano addirittura a una decina. Molti sono stati portati oltreconfine.

Proprio con la chiusura delle scuole, sottolinea l’avvocato Valentina Ruggiero, per i figli di genitori separati aumenta il rischio di sottrazione coatta da parte di uno dei due ex partner. I genitori con affido condiviso devono sempre informare l’ex partner della volontà di recarsi all’estero con la prole ma l’esperta in diritto di famiglia ricorda che se il minore possiede un documento personale, il genitore può comunque partire, senza problemi.

Per questo, se l’altro dovesse percepire un pericolo in questo senso, può richiedere l'intervento del giudice. Le statistiche dicono che circa il 60% dei minori sono portati fuori dai confini proprio con la scusa di una vacanza. Meno del 5%, purtroppo, rientra in Italia. La sottrazione dei minori, stando all’esperienza dell’avvocato Ruggiero, riguarda soprattutto i genitori che hanno contratto matrimoni misti e che sono di nazionalità differenti.

«Se uno dei genitori, in precedenza, ha manifestato il volere di trasferire fuori dal territorio nazionale con il minore, è necessario intervenire con il blocco del passaporto sia del soggetto sia del piccolo. È necessario prestare maggiore attenzione soprattutto durante il periodo estivo nel caso in cui, ad esempio, l’ex coniuge riferisse di voler visitare i propri parenti all’estero».

I casi di sottrazione internazionale di minore sono tutti molto complessi. Quando un genitore conduce il proprio figlio fuori dal territorio italiano è difficile farlo rientrare poiché non esistono enti o organi che intervengono nell’immediatezza. Ad esempio, in caso di una sentenza esecutiva in Italia, per poterla far esercitare forzosamente all’estero, è necessario che anche in quel Paese sia deliberata l’esecutività, con una serie di lungaggini sia di tempo sia processuali.

Proprio questi ostacoli giuridici non permettono all’altro genitore di rivedere per molto tempo la prole. Da anni si chiede di istituire un ente decisionale che costringa il minore al rientro immediato. «C’è necessità di una riforma immediata in questo settore così come è urgente che venga istituito un organo che sia decisionista e non di mediazione. Le Ambasciate aiutano ma, purtroppo, hanno solo poteri mediativi» onclude Ruggiero.

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