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Epurazione interna ai “Bodo”, ammazzato pure un innocente

Epurazione interna ai “Bodo”, ammazzato pure un innocente

Rotto il patto tra i De Micco e i De Martino: fermato il killer Antonio Pipolo. Ha ucciso il pregiudicato Carlo Esposito “Kallon” e l’operaio Antimo Imperatore. 

NAPOLI. Già da alcune settimane a Ponticelli, eterno quartiere polveriera della periferia est di Napoli, era di nuovo “malacqua”. Dai piani alti del clan De Micco era partito l’ordine che gli alleati del gruppo De Martino “Xx” non erano più considerati tali e pertanto, senza se e senza ma, dovevano abbandonare la zona. Una vera e propria cacciata, davanti alla quale Carlo Esposito “Kallon” ha invece preferito fare di testa propria. Non solo è rimasto nel rione Fiat, ormai ex roccaforte dei De Martino, ma avrebbe anche occupato l’appartamento al piano terra un tempo nella disponibilità di Giovanni Palumbo “’o piccione”, elemento di spicco dell’ex cartello De Micco-De Martino. Uno sgarro che la cosca di San Rocco ha deciso di regolare con un micidiale agguato. Ad andarci di mezzo, oltre al 29enne “Kallon”, è stato però anche l’innocente Antimo Imperatore, 55 anni, la cui unica colpa è stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Quando i killer sono entrati in azione, infatti, stava installando una zanzariera nel “basso” e per lui non c’è stata alcuna possibilità di scampo. Grazie alle tempestive indagini condotte dai carabinieri la fuga di uno degli autori del delitto, o quantomeno di quello che sarebbe stato l’esecutore materiale del raid scattato ieri mattina alle 9,40 in via Eugenio Montale, è però durata molto meno del previsto. Antonio Pipolo, 37enne pluripregiudicato, si è infatti costituito dopo poche ore e ha ammesso di essere stato lui a sparare e di essersi consegnato per paura di ritorsioni. Il sicario si è presentato in Procura e, sottoposto a fermo, dovrà adesso rispondere del duplice omicidio di Carlo Esposito, 29 anni, e Antimo Imperatore, 56 anni, il primo ritenuto legato al clan De Micco-De Martino, l’altro operaio con piccoli precedenti penali che si guadagnava da vivere espletando lavori di manutenzione anche per gli affiliati ai De Micco con i quali più volte è stato notato dalle forze dell’ordine, ma senza mai essere stato considerato dagli inquirenti organico al gruppo. Secondo quanto si è appreso Esposito, ritenuto dagli investigatori un elemento di spicco dei De Micco-De Martino, stava ristrutturando il “basso”, nella disponibilità della cosca e una volta nella disponibilità di un elemento di spicco dei De Micco-De Martino (Giovanni Palumbo, detto “’o piccione”), quando è arrivato il killer: lui è stato freddato all’interno dell’abitazione mentre Imperatore è stato trovato senza vita sull’uscio. L’agguato è scattato proprio del rione Fiat di Ponticelli, roccaforte della famiglia De Martino - mentre i De Micco sono storicamente di base a San Rocco - che si contrappone al gruppo camorristico dei De Luca Bossa. In questo caso l’eterna faida con i rivali del lotto 0 non c’entra. L’agguato sarebbe infatti il frutto avvelenato di un’epurazione interna al gruppo dei “Bodo”, ancora “in corsa” nonostante l’arresto di quasi tutti i capi.

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