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26 Luglio 2022 - 07:45
NAPOLI. Sta in due informative, una della polizia e l’altra dei carabinieri, il retroscena degli arresti che hanno decapitato il clan Lepre del Cavone, tornato forte dopo un periodo di crisi susseguente alla morte per malattia del boss Ciro “’o sceriffo”. In entrambe le relazioni si individuano il luogo di ritrovo degli uomini del gruppo malavitoso e i componenti, con tanto di annotazione degli incontri con esponenti dei Masiello e Saltalamacchia dei Quartieri Spagnoli.
Così le operazioni a ripetizione tra fine giugno e inizio luglio della Squadra mobile della questura di Napoli hanno permesso di identificare i presunti autori di varie estorsioni. Con la consueta precisazione che le persone citate devono essere ritenute estranee ai fatti narrati fino a prova contraria, ecco alcuni passaggi delle informative. «Il capo storico è stato Ciro Lepre, morto a settembre 2018. Il vuoto di potere, creatosi di conseguenza, veniva colmato dal figlio Francesco Lepre, dai fratelli di lui (Ciro, ndr) Patrizio “’o ninnill” e Luigi “’o cinese”. In particolare questi ultimi due assumevano posizioni di vertice nell’organizzazione criminale. Il clan si è arricchito di altri partecipanti tra cui Salvatore Cianciulli detto “Masaniello” (cognato di Ciro Lepre), Giuseppe Lepre (figlio di Luigi) e Salvatore Casertano (cognato di Luigi Lepre)».
Scrive la Squadra mobile in un’informativa inviata alla Dda, allegata all’ordinanza di custodia cautelare che coinvolto Salvatore Cianciulli, Gianluca Testa “’o fagian”, Francesco Lepre, Emanuele Testa (figlio di Gianluca) e Salvatore Festa “’o kikk”. «Attualmente il gruppo è composto in massima parte dagli appartenenti alla famiglia Lepre, i cui vertici si identificano in “’o cinese” e “’o ninnill” e nei fratelli Cianciulli, Salvatore “Masiello” e Luigi, fratelli di Vincenza Cianciulli, moglie di Ciro Lepre “’o sceriffo”. I poliziotti della Mobile hanno pure sottolineato le figure di Gianluca Testa e Raffaele Martucci, «impegnati rispettivamente nel controllo del territorio e nella gestione dei traffici di sostanze stupefacenti».
Il secondo, ora ai domiciliari, è stato arrestato dagli investigatori del commissariato Dante il 17 marzo scorso in via Brombeis. Recenti investigazioni dei carabinieri della compagnia Napoli centro hanno evidenziato che proprio Salvatore Cianciulli avrebbe acquisito il comando del gruppo camorristico che ha come quartier generale il Fondaco di San Potito. Lì, hanno scritto i militari dell’Arma, sono stati registrati incontri tra Cianciulli, Vincenzo Masiello “cucù” ed Eduardo Saltalamacchia, questi ultimi due esponenti di vertice dei clan dei Quartieri Spagnoli che operano insieme ad Antonio Esposito “’o figl do pallin”.
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