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Gridas, il Comune ci mette una pezza

Gridas, il Comune ci mette una pezza

NAPOLI. Sì alla permuta, con la risoluzione della questione da trovare «il più presto possibile». L’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta a nome dell’amministrazione comunale si dice intenzionato a chiudere finalmente la querelle del Gridas, il centro culturale di Scampia che rischia lo sfratto dopo la sentenza di condanna in primo grado della Nona Sezione Civile del Tribunale.

I giudici nell’ottobre 2020, dopo la causa intentata dall’Ex Iacp ora Acer (l’Agenzia campana per l’edilizia residenziale), stabilirono come gli immobili di via Monterosa 90/b fossero stati occupati senza titolo nel corso dei quarant’anni dopo la fondazione da parte di Felice Pignataro nel 1981, mettendo in pericolo le tante iniziative sociali e culturali del Gridas a partire dal festoso carnevale conosciuto in tutt’Italia.

Non solo, nella sentenza di condanna si esplicita anche il pagamento per il Gridas delle spese processuali calcolate in 15mila euro. Un esito diverso rispetto al procedimento penale intentato sempre dall’ex Iacp, che ha invece visto assolti gli imputati. La strada prospettata per non dilapidare un bene comune delle città, come ribadito tante volte, è quella di uno scambio di immobili tra il Comune e l’Acer. Di cosa si tratta?

L’Ente comunale acquisisce l’immobile di via Monterosa 90/b dove si trova il Gridas facendolo rientrare nel novero del patrimonio comunale, andando successivamente a stipulare un accordo economico, per il fitto con il centro culturale. In cambio, il Comune cede all’Agenzia campana per l’edilizia residenziale pubblica un'altra struttura di pari valore sempre del proprio patrimonio. Tecnicamente, si chiama permuta.

L’assessore Baretta, che già aveva dato il suo assenso a portare a compimento l’operazione intervenendo in consiglio comunale, ribadisce l’impegno a seguito del nuovo incontro avuto ieri mattina a Palazzo San Giacomo con i rappresentanti del Gridas con in testa Martina Pignataro e Mirella Lamagna, figlia e moglie di Felice Pignataro. Ma, rispetto alla permuta, ci sarebbe una distanza tra Acer e Comune.

L’Agenzia avrebbe chiesto di acquisire degli immobili situati a Scampia o nei quartieri limitrofi. Dal canto suo, gli uffici competenti del Comune avrebbero invece proposto di dare all’Acer beni presenti sempre nella zona a Nord di Napoli, ma situati sui territori di comuni di provincia e non del capoluogo. Una differenza di vedute, che rischia di rallentare l’iter. Dall’Assessorato al Bilancio, in questa faccenda ha competenza anche quello all’Urbanistica guidato da Laura Lieto, stanno vagliando alcune soluzioni relative agli immobili adatti alla permuta.

«Ma al momento ritengo giusto mantenere il riserbo. Spero che tutto andrà secondo i piani quanto prima» afferma al Roma Baretta. «Quando il Comune ci chiamerà, saremo pronti a partecipare al tavolo. Appena ci saranno novità saranno comunicate» ribadisce il presidente dell’Acer David Lebro che rimanda la palla nel campo di Palazzo San Giacomo. La voglia di accelerare sulla permuta dovrà giocoforza però tenere conto dell’approssimarsi delle ferie estive che potrebbe ritardare il percorso di qualche settimane.

Intanto il prossimo 18 ottobre è prevista la prima udienza del processo d’appello sulla sentenza di condanna civile del Gridas, ancora in attesa che il Giudice del Tribunale si esprima sulla richiesta di sospensiva della condanna dopo la presentazione del ricorso, lo scorso 11 luglio, da parte dell’avvocato Cristian Valle, legale del centro culturale. «Ricordiamo a tutti che la campagna di coproduzione e di sostegno #ilgridasnonsitocca per coprire le spese processuali, è ancora attiva».

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