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27 Luglio 2022 - 07:07
Rione Sanità. Sasà 'o guardamacchine, vicino ai Misso, fu ucciso nel gennaio 2006: svolta nelle indagini
NAPOLI. Fu la risposta all’omicidio di Vincenzo Benitozzi di 2 giorni prima e a 16 anni di distanza, a dimostrazione di come la giustizia sia lenta ma inesorabile, ci sono 3 indagati per l’agguato mortale a Salvatore Mirante detto “Sasà o’ guardamacchine, vicino ai Misso della Sanità. Era il 26 gennaio 2006 quando, secondo l’accusa e ferma restando la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva, si concretizzò il piano ordito da Salvatore Torino “o’ cassusaro” e portato a termine da Ferdinando Schlemmer e Maurizio Ferraiuolo di Forcella.
La Dda ha puntato il dito contro di loro (detenuti o ai domiciliari per altri reati) e ha chiuso la fase delle indagini preliminari con la comunicazione agli interessati. Due di essi, Torino e Ferraiuolo, da tempo sono collaboratori di giustizia. La ricostruzione degli inquirenti, basata sulle rivelazioni dei collaboratori di giustizia, parte dal ruolo di mandante di Salvatore Torino. Ferdinando Schlemmer fu l’esecutore materiale mentre Maurizio Ferraiuolo era seduto sullo scooter con cui i 2 sicari arrivarono a via Tribunali per eseguire il delitto.
FAIDA ALLEANZA DI SECONDIGLIANO - MAZZARELLA. L’omicidio di Salvatore Mirante, vicino ai Misso e dirimpettaio come abitazione del boss Giuseppe Misso “o’ nasone”, avvenne nel pieno della guerra con i Torino e nell’ambito della faida più complessiva tra l’Alleanza di Secondigliano e i Mazzarella. Il gruppo di Salvatore “o’ cassusaro”, originario di Secondigliano ma trasferitosi nel Rione sanità, si scisse dai Misso e nel quartiere cominciarono le sparatorie con agguati su entrambi i fronti.
IL RAID IN VIA TRIBUNALI NEL GENNAIO 2006. Salvatore Mirante era il bersaglio più facile da colpire e, nonostante fosse uscito dal giro malavitoso, i sicari del clan Torino lo uccisero. Erano le 19 e 10 di un sabato freddo quando la coppia entrà in azione in via Tribunali. all’angolo con via San Paolo, a due passi da piazza San Gaetano. Salvatore Mirante stava camminando insieme a un altro uomo, che evitò per pochissimo di essere colpito dai proiettili e scappò senza farsi identificare. La vittima evidentemente non pensava a un attacco in una zona amica e oltretutto sotto gli occhi di almeno una decina di testimoni. Inutilmente “Sasà o’ guardiamacchine” cercò rifugio nel bar “Patty”; riuscì appena a entrare. Quattro proiettili calibro 38 lo centrarono alla parte alta della schiena, uno dei quali gli perforò il polmone. Sembrava un delitto irrisolvibile, ma ora c’è stata la svolta nelle indagini.
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