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Miano, ecco il nuovo volto del clan

Miano, ecco il nuovo volto del clan

Tra gli otto indagati per estorsione c'è un nome inedito nel gruppo Perfetto-Di Vaio 

NAPOLI. «Devi darci 5.000 euro al mese e 10 centesimi per ogni chilo di pane venduto». Così si sarebbe espresso, con toni ultimativi, Fabio Pecoraro il 4 luglio scorso. Subito dopo uno dei 2 capi del neonato clan di Miano congedò la vittima dell’estorsione senza dargli la possibilità di replica: «apposto, te ne puoi andare». Frasi riportate dal commerciante nella denuncia presentata ai carabinieri il 5 luglio e base importante di partenza dell’indagine culminata negli 8 fermi di lunedì per i quali oggi si svolgerà l’udienza di convalida.

Le investigazioni, coordinate dalla Dda, sono state condotte dai poliziotti della Mobile (dirigente Alfredo Fabbrocini, vice questore Marika Viscovo) con i colleghi della squadra giudiziaria del commissariato Scampia (dirigente Bruno Mandato, commissario Lorenzo Stabile), investigatori esperti e profondi conoscitori del territorio, oltre che dai militari dell’Arma della compagnia Vomero. Degli otto indagati per racket e camorra arrestati su decreto di fermo della procura il volto più nuovo per gli stessi investigatori è quello di Cosimo Napoleone.

Anche la vittima, il commerciante di pane, si è limitato a descriverlo in sede di denuncia non avendolo mai visto prima. Nella denuncia compare tra i componenti del gruppo che nella steso giorno convocò due volte il commerciante in un bar di Piscinola per poi accompagnarlo al cospetto di Salvatore Di Vaio detto “Totore 'o cavallo” e di Giovanni Perfetto “'o mostr”, soprannominato anche lo “zio”.

Ferma restando la presunzione d’innocenza degli indagati fino all’eventuale condanna definitiva, quel giorno il gruppo era composto da Cesare Duro, Alessandro Festa, Vincenzo Pagliaro detto “o’ pagliaro”, Cosimo Napoleone e Fabio Pecoraro. Sarebbe stato quest’ultimo a minacciare apertamente vittima sia nell’abitazione di Di Vaio in via del Salvatore che nell’appartamento di Perfetto (fratello del più conosciuto Raffaele detto “Lello muss e’ scigno”) in via Janfolla.

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