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29 Luglio 2022 - 17:23
Calone, l’estorsore-imprenditore: le nuove accuse della Dda al ras di Pianura già in carcere
NAPOLI. Estorsore e imprenditore al tempo stesso. In questa doppia veste Antonio Calone il 15 giugno si presentò al titolare di un negozio di articoli casalinghi di Pianura, proponendogli in maniera minacciosa dei lavori edili sia all’esercizio commerciale che alla facciata della palazzina. “Stiamo noi qua”, esclamò il ras, “e bisogna fare una ristrutturazione completa. Per la ditta non ti preoccupare, ci sono io”. Il commerciante non rispose e dopo qualche giorno tra dubbi e indecisioni, data la caratura del personaggio, fece la scelta giusta.
Si mise in macchina e andò al commissariato Pianura, dove raccontò a un ispettore della squadra giudiziaria i fatti descrivendo l’uomo che era entrato nel suo negozio. L’indagine partì subito e gli ulteriori elementi a carico di Antonio Calone raccolti dai poliziotti della Squadra mobile hanno permesso alla Dda di chiedere e ottenere una misura cautelare. Agli atti dell’inchiesta ci sono anche le immagini della videosorveglianza e per il momento soltanto il 40enne (cugino omonimo del boss di Posillipo) è l’unico accusato dagli inquirenti del reato, aggravato dal metodo mafioso.
Ma non è certo che abbia agito da solo nel tentativo di estorsione che il 21 scorso gli è costato un secondo arresto dopo quello del 14 luglio. Le indagini sull’episodio starebbero continuando ad opera dei poliziotti della Squadra mobile della questura e del commissariato Pianura. Investigatori esperti, che conoscono bene il territorio e nel caso specifico hanno potuto contare anche su altri indizi dopo aver acquisito la denuncia della vittima.
Va comunque sottolineato che siamo nella fase preliminare dell’inchiesta e l’indagato deve essere considerato innocente fino all’eventuale condanna definitiva. L’attività investigativa, coordinata dalla locale Direzione distrettuale antimafia, ha consentito di documentare un tentativo di estorsione posto in essere il 15 giugno da Antonio Calone ai danni del rivenditore di articoli casalinghi del quartiere.
L’indagato, legato all’organizzazione camorristica Esposito-Marsicano-Calone, il 14 luglio scorso era già stato arrestato in quanto coinvolto nell’operazione che ha decapitato sia il suo clan che i Calone-Perfetto. Tra i destinatari del provvedimento restrittivi legati a quest’ultimo clan c’è anche il ras Antonio Cardillo, che risulta ancora irreperibile e nei confronti del quale potrebbe essere presto emesso un decreto di latitanza.
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