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Venti di faida a Miano, grave un ragazzino di appena 15 anni

Venti di faida a Miano, grave un ragazzino di appena 15 anni

Spedizione punitiva in via Caprera: pestato e accoltellato cinque volte un adolescente imparentato con i Lo Russo

NAPOLI. L’ombra di una nuova faida torna ad allungarsi minacciosa sulle strade di Miano. Un ragazzino di 15 anni, incensurato ma con una parentela acquisita con alcuni esponenti del clan Lo Russo, è stato brutalmente picchiato e accoltellato per motivi ancora da chiarire. Stando alle prime e ancora frammentarie ricostruzioni investigative, raccolte dalla polizia all’ospedale Cardarelli dove il minorenne è arrivato giovedì notte in pronto soccorso accompagnato dalla sorella,, mentre percorreva in scooter via Caprera, nel quartiere Miano, è stato avvicinato da quattro persone a bordo di due moto; due uomini, lasciato il mezzo, lo hanno affrontato e uno gli ha sferrato un pugno al volto. Poi, mentre era a terra, è stato picchiato a calci e infine trafitto con cinque coltellate all’emitorace sinistro. Il quindicenne si trova adesso ricoverato per ferite da arma bianca in prognosi riservata. Le sue condizioni di salute restano piuttosto critiche. Il minorenne, che ha parentele con il clan Lo Russo con roccaforte proprio nel quartiere di Miano, accerchiato, picchiato e poi accoltellato al petto, sarebbe stato bersaglio di una spedizione di vendetta, proprio per la sua parentela scomoda. Un raid punitivo organizzato e voluto dalla camorra per dare un segnale in una zona che vive da tempo fibrillazioni dovute alla gestione delle attività illecite legate al traffico di droga e soprattutto alle estorsioni. Altre piste comunque non sono escluse e si scava anche nelle conoscenze del ragazzo e nei rapporti personali con qualche ragazza del quartiere. Ma al momento la pista investigativa più battuta porta alla criminalità organizzata. I “Capitoni”, nonostante i numerosi arresti subiti e i pentimenti eccellenti tra le proprie fila, ormai da alcuni mesi sarebbero tornati a dettare legge nel quartiere: una circostanza, questa, messa nero su bianco dagli inquirenti della Dda all’interno del decreto di fermo che la scorsa settimana ha portato dietro le sbarre il gruppo di estorsioni capeggiato da Salvatore Di Vaio e Giovanni Perfetto. Rinato o mai scomparso del tutto importa poco. Fatto sta che la Procura scrive testualmente nell’ultima inchiesta sulla camorra di Miano: «Si ritiene che il clan Lo Russo sia tuttora attivo». Utilizzando poi come rafforzativo «attualmente». Una novità importante nello scenario malavitoso della zona nord di Napoli, dove i “Capitoni” hanno sempre occupato uno spazio centrale. Certo, sono assenti dal territorio gli storici ras perché detenuti o collaboratori giustizia. Ma secondo gli inquirenti ci sarebbe qualcuno che avrebbe recentemente ereditato lo scettro, ponendosi in accordo o in concorrenza con i gruppi che negli ultimi anni hanno occupato lo spazio lasciato libero: i Balzano, i Cifrone e infine i Perfetto-Di Vaio. Proprio il nuovo clan, decapitato con i fermi emessi ed eseguiti lunedì scorso, rispetto ai Balzano e i Cifrone sarebbe più somigliante ai Lo Russo perché tra l’altro avrebbe inglobato esponenti sia di “Abbasc Miano” che di “Ncopp Miano”. Un quadro labirintico ed esplosivo, nel quale ad andarci di mezzo la notte scorsa è stato un ragazzino la cui unica “colpa” era forse quella di una parentela scomoda.

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