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Il "no" del boss a "Gomorra": «Non volle fermare le piazze di spaccio»

Il "no" del boss a "Gomorra": «Non volle fermare le piazze di spaccio»

Il pentito accusa i boss del “Bronx” e tira in ballo il noto politico della zona: «Angelo Esposito chiese il permesso, Silenzio si oppose»

NAPOLI. Gli affari prima di tutto. Soprattutto se gli affari in questione sono il vorticoso giro di droga su cui si reggono le cosche della degrada periferia est. Un business milionario, che avrebbe spinto uno degli esponenti di punta del clan Silenzio di via dell’Alveo Artificiale a opporre il proprio veto - come se il rione in questione, il “Bronx”, fosse di sua proprietà - ad alcune riprese dell’ultima stagione di “Gomorra - La serie”. Il tutto nonostante la mediazione di un consigliere municipale, che avrebbe cercato in tutti i modi di convincere il boss. A rivelare l’incredibile retroscena è Antonio Costabile “’o cerrano”, narcos del clan Silenzio passato nel 2021 tra le fila dei collaboratori di giustizia, il quale con le proprie dichiarazioni sta mettendo alle corde la temibile cosca. Le accuse in questione sono state scagliate da Costabile nel corso dell’ultima udienza del processo di primo grado che vede alla sbarra l’intero ponte di comando del clan Silenzio. Il neo pentito non si è limitato a parlare di gerarchie interne e traffici di stupefacenti, ma ha anche tirato in ballo un esponente politico molto noto in zona, un consigliere all’epoca in carica, la cui posizione è però ancora tutta da vagliare e che pertanto va assolutamente ritenuto innocente fino a prova contraria: «Il consigliere di San Giovanni a Teduccio Angelo Esposito - ha sostenuto Costabile - non ha voce in capitolo in via dell’Alveo Artificiale perché il clan Silenzio domina anche il consigliere comunale». Chiarito il contesto, il pentito ha quindi riferito il singolare episodio del quale è stato testimone: «Nel 2021 è venuto il consigliere Angelo Esposito, mi ricordo benissimo era di lunedì, Francesco Silenzio (che era detenuto, ndr) doveva fare la videochiamata alla sua compagna Erminia Valmori e io stavo al sesto piano Mario Di Pede e Pacifico Silenzio stava al settimo piano con Antonio Silenzio, il figlio di Francesco, e stava in più la compagna Erminia Valmori quando venne Angelo Esposito al sesto piano da me e mi chiese dov’è Pacifico? Dissi io, scusa Angiulì che Pacifico sta un attimo sopra e sta rispondendo a Francuccio, disse lui vedi se può parlare». Secondo il pentito, il politico in questione avrebbe bussato alla porta del reggente della cosca per chiudere una “particolare” autorizzazione: «Pacifico disse di farlo salire. Sono andato giù di nuovo e l’ho fatto salire sopra e gli chiese la cortesia a Pacifico Silenzio se poteva far girare “Gomorra”, com’era già successo anni prima». Stavolta qualcosa è però andato storto: «La prima cosa che disse Angelo Esposito a Silenzio fu Silè non ci stann’ sord’, Pacì questi non ti vogliono dare i soldi. Disse Pacifico no e poi mi devo fermare. Ah disse Angiulill’ ti devi fermare due-tre giorni perché è a conoscenza che noi facevamo droga». Il boss non volle però sentir ragioni: «Disse Pacifico essendo che non mi danno soldi io posso mai bloccare la piazza due tre giorni, quattro giorni? Mi porto le guardie per senza niente, chiama a Tobia (Esposito, referente di Mazzarella, ndr), che gli piace fare queste cose e fagliele andare a fare dentro rione Pazzigno». E così andarono le cose. Le scene di “Gomorra”, infatti, furono poi effettivamente registrate nel vicino rione Pazzigno.

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