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14 Agosto 2022 - 10:33
Agguato a Giovanni Savio per vendicare la 12enne sfregiata dall'ex: in manette il figlio del ras “Tore ’e Silvestro”
NAPOLI. Faida familiare tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli, la Squadra mobile chiude il cerchio delle indagini e arresta Silvestro Piccirillo, 43enne figlio del ras “Tore ’e Silvestro”, con l’accusa di essere il sicario che il 16 luglio scorso ha gambizzato il commerciante Giovanni Savio: quest’ultimo sarebbe stato ferito a colpi di pistola nell’ambito di una vendetta trasversale scaturita dall’atroce torto subito da una ragazzina di appena 12 anni, di cui Piccirillo è un parente stretto, sfregiata con un coltello dall’ex fidanzatino, a sua volta parente del boss detenuto Mario Savio. La cattura di Piccirillo è avvenuta al termine della fulminea attività di indagine condotta dai detective della Squadra mobile (dirigente Alfredo Fabbrocini, vice questore Luigi Vissicchio), i quali ieri mattina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Silvestro Piccirillo, 43 anni, finito in manette con l’accusa di lesioni e detenzione e porto in luogo pubblico di arma comune da sparo, reati aggravati dal metodo mafioso. Sarebbe stato Piccirillo, dunque, il 16 luglio scorso, nella zona dei Quartieri Spagnoli ha sparato al commerciante per vendetta, ferendolo alle gambe. Giovanni Savio, 31 anni, è stato ferito intorno alle sei in vico Due Porte a Toledo mentre si accingeva ad alzare la serranda del proprio locale, la vineria “Stà ben”. Stando a quanto riferito dal diretto interessato alla polizia, a entrare in azione sarebbero stati tre sicari, giunti sul posto in sella a un solo scooter. Sulla scena la Scientifica ha poi repertato due bossoli. Savio, nipote del ras detenuto Mario Savio “’o bellill”, dal canto proprio aveva fornito indicazioni piuttosto generiche in merito all’identikit degli aggressori e al possibile movente. La polizia è comunque riuscita a venire a capo del giallo in meno di un mese grazie all’attenta analisi delle immagini registrate da alcune telecamere della zona. Sotto inchiesta c’è tra l’altro anche una seconda persona, il guidatore dello scooter sul quale viaggiava Piccirillo, a carico della quale non è stata però emessa alcuna misura cautelare: il “pilota” resta dunque indagato a piede libero. «Non sono uscito di casa per cercarla né tantomeno per ucciderla». Così, piangendo, il 16enne che a Montesanto ha sfregiato l’ex fidanzata 12enne si è espresso nel breve colloquio avuto nella caserma dei carabinieri con la madre e l’avvocato, il penalista Domenico Dello Iacono. Il quale ha anch’egli sottolineato che il minorenne stava per consegnarsi quando è stato rintracciato. Le indagini dei carabinieri si sono orientate subito all’analisi dei telefoni dei fidanzati e dal vaglio delle immagini della videosorveglianza di piazza Montesanto. Dai cellulari sarebbe emerso che il 16enne e la 12enne non avevano nessun appuntamento, ma in precedenza il giovane aveva rivolto alla ragazzina delle pesanti minacce. Il motivo dell’aggressione sarebbe stato sempre lo stesso: la gelosia. Sulla rottura definitiva del fidanzamento le versioni della famiglia divergono: l’una dice che si erano lasciati temporaneamente, l’altra sostiene che la ragazzina non voleva saperne più.
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