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24 Agosto 2022 - 12:35
NAPOLI. Un litigio per motivi personali, nel quale sarebbe coinvolta anche una donna secondo voci non ancora confermate, avrebbe provocato l’altra notte il ferimento di 32enne del Borgo Sant’Antonio. Lui stesso, Carmine Falanga, dando indicazioni sull’autore dell’aggressione a coltellate subita, ha contribuire e all’identificazione e alla denuncia a piede libero di Giuseppe Iaselli, 22enne detto “Orso” noto alle forze dell’ordine per i contrasti sorti in seno al gruppo Saltalamacchia dei Quartieri Spagnoli culminati nella sparatoria nel piazzale dell’ospedale dei Pellegrini. Fu arrestato, condannato e scarcerato. A risolvere il caso a tempo di record sono stati i carabinieri della compagnia Stella, che hanno condotto le indagini sul ferimento di Carmine Falanga.
Erano passati circa 20 minuti dalla mezzanotte (tra lunedì e martedì) quando è scattato l’allarme nella struttura sanitaria della Pignasecca. Il 32enne, già conosciuto dalle forze dell’ordine ma estraneo a contesti malavitosi, ha raccontato di essere stato aggredito e accoltellato alla spalla sinistra mentre era in compagnia della moglie in vico Santa Maria del Riposo (quartiere San Lorenzo). Soccorso è trasportato all’ospedale, è stato giudicato dai medici di turno al pronto soccorso guaribile in 12 giorni dalle lesioni provocate al deltoide e alla clavicola da un’arma da taglio. Non c’è stato bisogno di ricovero ed è tornato a casa, non prima di aver riferito ai carabinieri cos’era successo.
La ricostruzione della dinamica è servita per risalire a Giuseppe Iaselli, napoletano di vico Guardia, rintracciato nella tarda mattinata di ieri dopo che non era stato trovato a casa. Per chiudere il caso (ferma restando la presunzione d’innocenza dell’indagato fino all’eventuale condanna definitiva) manca il movente preciso, pur avendo la vittima (che è parte lesa, va sottolineato) accennato genericamente a una lite. Di sicuro i due si conoscono, anche perché risiedono nello stesso quartiere.
Nel piazzale dell’ospedale dei Pellegrini si scatenò l’inferno in risposta al ferimento di un giovane del Vomero che frequentava i Quartieri Spagnoli. L’anno scorso si è concluso il processo d’appello a carico dei 3 imputati: amici che litigarono sulla gestione di traffici illeciti. A Giuseppe Iaselli, che sparò a Vincenzo Rossi alle gambe ed era accusato soltanto di questo e non per camorra, sono stati inflitti 2 anni e 5 mesi per cui ha potuto lasciare il carcere; a Vincenzo D’Avino 5 anni e 4 mesi mentre per Arturo Picco i giudici hanno confermato la pena di primo grado, 8 anni.
Questi ultimi due secondo l’accusa organizzarono a tamburo battente la vendetta per il ferimento di Vincenzo Rossi e un quarto d’ora dopo fecero fuoco contro gli amici di quest’ultimo, che lo avevano accompagnato all’ospedale. Era il 17 maggio scorso 2019 e solo per miracolo nella struttura sanitaria non ci scappò il morto: Umberto Ioio e Nunzio Saltalamacchia infatti furono sfiorati dai proiettili.
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