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24 Agosto 2022 - 12:38
«Camorra, ecco i nuovi clan a Napoli»
NAPOLI. È l’ultima informativa inviata in procura sulla situazione negli ambienti di camorra all’ombra del Vesuvio, frutto di indagini e osservazioni dirette che mostrano cambiamenti e conferme. A cominciare dalla nascita di gruppi con nuovi ras o rimasti nell’ombra per quale tempo prima di ricomparire a capo di organizzazioni storiche. Il caso più eclatante riguarda i Lo Russo, dati per scomparsi e invece risorti sotto il comando di Salvatore Di Vaio e Giovanni Perfetto (arrestati per estorsione a fine luglio scorso). Non come nella mafia, ma di certo la camorra è sempre più spaccata in due: sia in città che in provincia, con una prevalenza di gruppi vicini all’Alleanza di Secondigliano.
Ma gli inquirenti considerano ugualmente potente il clan Mazzarella, nonostante i ras della vecchia guardia siano in prevalenza detenuti, al punto di essere capace di riconquistare il controllo su gran parte del centro storico. Come a Porta Capuana attraverso i Papi-Iafulli o nella zona di piazza Borsa con i Trongone. Sull’altro versante i Sibillo, gli Amirante i Brunetti manterrebbero stabili i rapporti con i Licciardi e i Contini. La stessa spaccatura si registra a Napoli est e in particolare a Ponticelli e san Giovanni a Teduccio. Nel primo quartiere i De Luca Bossa-Minichini sono storicamente vicini all’Alleanza di Secondigliano mentre i De Micco-De Martino avrebbero ancora legami saldi con i Mazzarella.
Questi ultimi potrebbero contare anche sui Luongo di San Giorgio a Cremano, i Montescuro di Brecce a Sant’Erasmo e, per ciò che concerne la provincia, con i De Bernardo di Somma Vesuviana e un gruppo di scissionisti dai Vollaro di Portici. Sull’altro versante i Rinaldi del Rione Villa non si sono mai staccati dalla supercosca di Secondigliano, Arenaccia e Giugliano (Mallardo). Proseguendo per le zone collinari, a Posillipo l’egemone clan Calone ha legami duratori con l’Alleanza, così come i gruppi del Vomero-Arenella, al momento frenati dal clamoroso pentimento del boss Luigi Cimmino.
Nel Rione Traiano i Cutolo (“Borotalco”)sono ritenuti vicini ai Licciardi, così come i Mele di Pianura (attualmente definiti nelle mappe di camorra “Esposito-Marsicano-Calone”) in guerra con i Carillo-Perfetto. In provincia, i Moccia di Afragola nonostante i colpi subiti hanno la leadership negli affari illeciti mascherati da leciti, come dimostra l’inchiesta sui subappalti ferroviari. “Lo scenario criminale della città e della provincia napoletana”, ha scritto di recente la procura antimafia, “ vede dunque la compresenza dei due grandi cartelli connotati tuttora da stabilità e solidità, che ne orienterebbero e ne regolerebbero le dinamiche delinquenziali garantendo gli equilibri attraverso una strategica regolazione degli spazi di competenza e una sapiente regia atta a dipanare contrasti interni e defezioni dei gruppi minori”.
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