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25 Agosto 2022 - 07:15
I bar non riescono più a far fronte alle spese e da settembre prevedono aumenti sensibili
NAPOLI. Fermarsi per una pausa al bar a Napoli potrebbe costare più caro già da settembre. A generare il rincaro della tazzina e del cornetto, oggi ancora a prezzi contenuti, da un lato il caro bollette che impone maggiori spese energetiche agli esercenti, dall’altro le tensioni nelle quotazioni delle materie prime, come caffè e zucchero. Dopo un’estate roventa si prospetta quindi un autunno ancora più caldo e amaro con l’economia che continua a spaventare imprenditori e consumatori. Il prezzo del gas e dell’energia è fuori controllo, non si ferma quello degli alimentari, mentre l’euro è sotto la parità con il dollaro ed il potere d’acquisto si riduce vistosamente. «Il nuovo Parlamento si faccia carico di questa fase difficile in arrivo ed affronti le questioni che trattengono la ripresa dopo la pandemia» sostengono gli imprenditori. Per coprire gli ultimi aumenti, occorrerebbe però che l’attuale Governo intervenga con una serie di interventi immediati che facciano da argine all’incremento esponenziale dei costi energetici, anche estendendo il credito d’imposta alle imprese non energivore e non gasivore. Fino a questo momento le imprese del settore si sono rivelate tra le più virtuose d’Europa, ammortizzando questi extra costi senza scaricarli sulla clientela, ma il sistema ora non è più sostenibile. Pertanto fare la prima colazione al bar potrebbe essere più caro già dai prossimi mesi. Se c’è ancora chi fa pagare il caffè al bancone un euro, diversi esercizi stanno già adeguando i prezzi agli aumenti delle bollette. «Al banco la tazzina costa ancora 90 centesimi e la pasticceria mantiene i prezzi di prima dell’estate, ma a settembre saremo costretti ad adeguarli sensibilmente se non interverranno fattori nuovi per contenere gli effetti del caro energia e del caro gas», spiega Gennaro de Rosa, titolare dell’antica caffetteria di Fuorigrotta. «Non solo ogni mese queste bollette aumentano di oltre il 50%, ma dobbiamo subire anche i maggiori costi dei torrefattori in quanto sostengono che, oltre quelli di produzione, sono aumentate anche le spese di importazione e logistica». Roberto Biscardi, responsabile Fiepet Confesercenti Napoli, dice che di fronte ad una situazione insostenibile, la categoria valuterà se apportare piccoli aumenti dei prodotti al banco in modo tuttavia di non gravare in maniera pesante sulla clientela anche a rischio di rimanere chiusi nei periodi cosiddetti morti, come novembre. Inevitabili gli aumenti anche nelle località estive. A riferirlo Bruno Esposito conosciuto come “Giangiulio”, contitolare dello storico bar “Dal Cavaliere” di Procida, nonché responsabile del settore per Casartigiani. «Qualsiasi aumento, anche in misura contenuta, non sarà mai proporzionato alle spese che la categoria sta sostenendo». Non esclude però che, in mancanza di interventi concreti del Governo ancora in carica, tra cui l’estensione del credito d’imposta alle aziende del settore, la tazzina possa arrivare a 1,50 euro. Massimiliano Rosati, tra i soci del Gran Caffe Gambrinus e delegato Fipe, riferisce comunque che al momento non sono previsti aumenti. «Certamente valuteremo nelle prossime settimane il da farsi anche in base agli effettivi rincari che comunque abbiamo già riscontrato in materia prime e forniture.
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