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Sequestrato a Ponticelli l'arsenale del clan Casella

Sequestrato a Ponticelli l'arsenale del clan Casella

NAPOLI. L’arsenale era nascosto dentro il “grattacielo” di via Franciosa a Ponticelli, zono storicamente sotto il controllo dei Casella. E proprio al clan alleato dei De Luca Bossa che gli investigatori ricondurrebbero il fucile a canne mozze, la pistola semiautomatica e una bomba a mano sequestrati l’altro ieri sera. È stato un blitz condotto in tandem dai poliziotti della Squadra mobile della questura (coordinati dal vice dirigente Andrea Olivadese) e dai colleghi del commissariato Ponticelli.

All’operazione ha partecipato pure la Guardia di finanza con i cani antidroga, bravi nell’annusare tracce di sostanza stupefacente che hanno condotto a un laboratorio artigianale per confezionare e “tagliare” cocaina, hashish e marijuana. I risultati del blitz sono importanti. Da 2 anni il quartiere è attraversato da 4 guerre di camorra che si incrociano, ma con al centro quella tra i De Luca Bossa con i loro alleati e i De Micco.

Questi ultimi da luglio scorso sono anche impegnati nei contrasti interni con i De Martino, che appena il 21 agosto scorso avrebbero provocato il ferimento di un 25enne incensurato tra gli “XX”. Una fibrillazione continua con 7 omicidi, 12 ferimenti e diverse intimidazioni con esplosione di ordigni e “stese”. Ecco perché, e non poteva essere diversamente, procura antimafia e investigatori anticamorra hanno messo da tempo nel mirino gli affiliati a 5 clan, ottenendo buoni risultati. Come l’arresto (ferma restando la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva) del ras Marco De Micco per l’omicidio di Carmine D’Onofrio, figlio naturale di Giuseppe De Luca Bossa.

Tornando all’arsenale nascosto nel palazzone di via Franciosa, all’angolo con via Ulisse Prota Giurleo, gli investigatori della polizia sospettavano che potesse fungere da nascondiglio per armi e droga e vi hanno fatto irruzione. Non hanno trovato persone all’interno sospette e con tranquillità hanno compiuto un’accurata e lunga perquisizione. Sono così spuntati, nascosti in grosse buste sistemate negli angoli di vari piani, un fucile a canne mozze, una pistola semi automatica, una bomba a mano, svariati caricatori e tantissime munizioni di vario calibro.

Nel corso della stessa operazione è stato scoperto pure il laboratorio per confezionare e “tagliare” sostanza stupefacente. Il 21 agosto scorso, trascorsa mezz’ora dalla mezzanotte, si è verificato l’agguato a Davide Tomi che secondo gli investigatori ha riaperto l’ultima faida di Ponticelli: tra i De Micco, i famigerati “Bodo”, e i De Martino “XX”. Il 25enne si trovava in via Eduardo Scarpetta, a poca distanza da casa, quando contro di lui sono stati esplosi ben 8 proiettili di grossa calibro, di cui soltanto 2 sono andati a segno: uno alla spalla e l’altro alla gamba. Così il giovane si è salvato. Gli autori dell’agguato erano 2 in sella a uno scooter.

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