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31 Agosto 2022 - 14:45
NAPOLI. È arrivato il 31 agosto, per molti l’ultimo giorno delle vacanze, una sorta di lunedì mattina dell’anno. Le conchiglie accostate all’orecchio non portano più con sé il rumore del mare, ma l’allarme di una sveglia. Tutti gli impegni rimandati a settembre, poi, iniziano a bussare alle porte di casa per prendere vita. Ma riavvolgiamo il nastro delle vacanze, agosto in particolare, principe delle feste estive, che mese è stato per la città di Napoli in termini di turismo? A questa domanda risponde Agostino Ingenito, presidente dell’Abbac, associazione di B&B: «La città ha visto un trend in continua crescita di flussi turistici. I risultati sono stati addirittura migliori delle nostre aspettative: il periodo di sold out si è prolungato fino all’ultima settimana di agosto, con buone prospettive per la prima decade di settembre. Napoli ha abbandonato l’etichetta della città che diventava meta solo di escursioni nel periodo agostano, ora ci sono tantissime permanenze oltre le tre notti. C’è stato anche il ritorno degli americani, complice la ripresa dei voli diretti e un dollaro più forte rispetto all’euro, questo ha determinato un ritorno prepotente degli americani che ha consentito di riequilibrare quel turismo russo di lusso che preferiva venire nella nostra città in grandi strutture». Nonostante siamo alle porte di settembre, infatti, i dati legati all’occupazione camere sono molto buoni e hanno quasi raggiunto i livelli del 2019 (83,8%), alcune strutture sono andate anche meglio del periodo prepandemia. L’occupazione media ha superato l’80%, ma non pochi alberghi hanno segnalato oltre il 90%, con periodi di sold out soprattutto nei dintorni di Ferragosto. Confermata, inoltre, la ripresa dei mercati internazionali.
IL NODO DEGLI AUMENTI. Non è tutto oro quel che luccica, scriveva Shakespeare nel suo “Mercante di Venezia”. Ingenito, infatti, denuncia i rincari energetici, definendoli una frenata delle prenotazioni: «Un aumento delle bollette – spiega il presidente dell’Abbac - considerevole genera una flessione della domanda, perché poi c’è il rischio di dover aumentare il costo dell’attività, già lievemente aumentata nelle ultime due settimane». Inoltre, non manca una sollecitazione alla sicurezza, ancora una volta ferma dinanzi a diversi soprusi. Sul tema dei rincari si esprime anche Salvatore Naldi, presidente di Federalberghi, che spiega: «Le fatture di gas e luce sono sempre più salate e gli alberghi hanno difficoltà a sostenere i costi. L’impatto degli aumenti delle forniture energetiche sul fatturato di un albergo ora incide per oltre il 18%, quasi il triplo rispetto allo scorso anno, anche se per chi ha investito negli impianti per il risparmio energetico, l’incidenza è minore, circa l’8%. Allo Stato chiediamo di fissare un limite a questo incremento, magari permettendo agli utenti un pagamento rateizzato. Bisognerebbe anche ampliare la durata del Temporary Framework per il superamento dei limiti posti dall’Europa, sugli aiuti di Stato. Inoltre, è fondamentale una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei clienti, ad un consumo più consapevole, e quindi ridotto, di energia anche all’interno delle stanze. Per avere una soluzione strutturale e duratura resta una priorità incentivare il ricorso alle energie sostenibili. Oggi ci sono troppi paletti (come i vincoli architettonici), bisognerebbe semplificare l’adozione e l’utilizzo di fonti energetiche a ridotto impatto ambientale».
POCO PERSONALE. Resta il nodo della carenza di personale nel settore alberghiero. Le figure che mancano sono Camerieri di sala, camerieri ai piani, governanti, cuochi, facchini, addetti al ricevimento, per citarne alcuni. «Le persone che si presentano ai colloqui sono poche e spesso mancano della formazione necessaria per il lavoro che vorrebbero svolgere. Capita che non accettino lavori che li impegnino, ad esempio, di sabato o di domenica, ma devono sapere che il mondo del turismo non si ferma mai».
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