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04 Settembre 2022 - 06:30
Alessio Bossis, 22enne vicino ai De Luca Bossa, catturato in via De Meis: aveva violato la sorveglianza speciale
NAPOLI. Poco più di tre anni fa si era reso protagonista di una feroce sparatoria nella centralissima piazza Trieste e Trento: un regolamento di conti maturato nell’ambito di uno scontro con una paranza rivale dei Quartieri Spagnoli. Per quella vicenda Alessio Bossis, ritenuto dagli inquirenti come una delle giovani leve del clan De Luca Bossa-Minichini di Ponticelli, non ha ancora ricevuto la condanna definitiva. Anzi, di recente era persino tornato a piede libero, seppur sottoposto alla sorveglianza speciale. Bossis non ha però rispettato la prescrizione che gli era stata imposta dal tribunale e venerdì mattina ha pensato “bene” di lanciarsi in uno spericolato tentativo di fuga. Per lui sono così inevitabilmente scattate le manette ai polsi. A entrare in azione sono stati gli agenti del commissariato di Ponticelli, i quali durante il servizio di controllo del territorio, nel transitare in via De Meis, nella zona del rione De Gasperi, hanno notato un uomo a bordo di uno scooter che, alla loro vista, ha tentato di eludere il controllo. I poliziotti, dopo un breve inseguimento, lo hanno bloccato e hanno accertato che l’uomo, sottoposto dall’8 agosto scorso alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno nel comune di Volla, si era allontanato dal comune vesuviano senza autorizzazione. Alessio Bossis, 22enne di Ponticelli con precedenti di polizia, è stato arrestato per violazione degli obblighi inerenti la misura cui è sottoposto. Di lui il nostro giornale era tornato a occuparsi il 18 maggio scorso, in occasione dell’ultimo pronunciamento della Cassazione. La Suprema Corte aveva accertato che le intercettazioni agli atti dell’inchiesta non erano utilizzabili e per i due dei presunti uomini del commando che nell’aprile del 2019 ha sparato all’impazzata a piazza Trieste e Trento le accuse rischiano adesso di andare in frantumi. Dopo la condanna incassata in primo e secondo grado a otto anni di reclusione a testa, Alessio Bossis e Carmine Pecoraro sono stati così’ “salvati” dalla Corte di Cassazione. Gli ermellini della prima sezione, accogliendo le argomentazioni delle difese, ha infatti annullato il precedente verdetto e disposto la celebrazione di un nuovo giudizio di appello. Tutto da rifare o quasi per i due presunti pistoleri, ritenuti tra l’altro negli ambienti investigativi molto vicini al temibile clan De Luca Bossa con base nel lotto 0 di Ponticelli. Bossis e Pecoraro sono finiti alla sbarra con la pesante accusa di aver materialmente preso parte, il primo come esecutore mentre il secondo come basista, alla micidiale incursione armata che tre anni fa ha rischiato di innescare una strage. Nel mirino del commando, per questioni “amorose”, erano finiti alcuni giovanissimi dei Quartieri Spagnoli vicini alla famiglia Mariano. Per furtuna nessuno rimase ferito, ma la pioggia di piombo fu davvero impressionante e, considerando che in via Toledo, nonostante la tarda ora, erano ancora presenti centinaia di giovani, poteva finire molto ma molto male. Riacquistata anzitempo la libertà, il 22enne Bossis ha però dimostrato di avere poche intenzioni di rimettere la testa a posto.
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