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Rione Sanità, borse di studio nel nome di Genny Cesarano

Rione Sanità, borse di studio nel nome di Genny Cesarano

NAPOLI. «Inizialmente non pensavo di poter sopportare questo dolore, nessun genitore dovrebbe piangere la morte di un figlio. Genny morì quando era ancora uno studente, oggi mettiamo a disposizione sei borse di studio per strappare alla strada i giovani della Sanità». Così papà Antonio nel giorno dell’anniversario in ricordo del figlio Gennaro Cesarano, per tutti Genny, vittima innocente della camorra ucciso a diciassette anni nel 2015 durante una stesa nel quartiere Sanità.

L’associazione Un popolo in cammino per Genny vive, coadiuvata dal Presidio Libera Napoli e dalla Fondazione Pol.I.S., ha illustrato, alla presenza dell’assessore regionale alla Sicurezza Mario Morcone e dell’assessora comunale all’Istruzione Maura Striano, il nuovo progetto di borse di studio che, in nome di Genny, saranno destinate ad alcuni giovani studenti del quartiere nel mese di dicembre con la speranza di poterne stanziare di più negli anni per coprire tutto il territorio napoletano.

«Mio figlio è morto per essere rimasto un’ora in più per strada con gli amici, non me lo perdonerò mai – le parole strazianti di Antonio Cesarano - Una cosa però posso farla, non arrendermi e combattere affinché il mio quartiere venga ripulito dalla malavita. Bisogna fare prevenzione obbligando i giovani ad andare a scuola, ognuno di noi deve fare la propria parte per salvare i nostri figli: basta piangersi addosso, le istituzioni sono presenti e lo Stato è dalla nostra parte, bisogna cambiare mentalità».

La cerimonia in memoria di Genny si è tenuta in piazza Sanità sotto lo sguardo dolce e innocente del giovane napoletano immortalato in una gigantografia sulla Basilica di Santa Maria della Sanità. Per l’occasione era presente anche il presidente della terza municipalità Fabio Greco: «Attraverso questi incentivi dobbiamo contrastare la dispersione scolastica, solo così possiamo riscuotere il quartiere e allontanare i giovani dalla malavita. Ricordo bene quel giorno, la morte di Genny fu un duro colpo per la comunità e credo che quel giorno la Sanità ebbe una scossa vedendo un figlio innocente perdere la vita per mano della camorra».

«In questi giorni la storia di Genny ha portato inevitabilmente la mia mente al ricordo di un altro giovane martire napoletano, San Gennaro – confessa il presidente di Pol.I.S. don Antonio Palmese – il loro sangue innocente dev’essere occasione di testimonianza e riscatto contro l’assuefazione che la malavita oppone ai giovani di questi quartieri. Le borse di studio sono un metodo per trasformare il sangue in occasione di vita e non di morte».

La celebrazione dell’anniversario dell’assassinio del giovane Gennaro cade pochi giorni dopo la sparatoria avvenuta in piazza Trieste e Trento e a ricordarlo sono gli esponenti locali del Presidio Libera Napoli: «Le sei borse di studio sono un primo passo ma non la soluzione dei problemi di Napoli, bisogna creare rete sociale e parlare con gli ultimi, gli emarginati, con chi di solito non siamo abituati a parlare. Il sacrificio di Genny deve essere un motivo d’impegno per lo Stato e di riaggiornamento dei doveri delle istituzioni e dei cittadini».

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