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Delitto Moliterno, arrestato Raffaele Amato Junior

Delitto Moliterno, arrestato Raffaele Amato Junior

NAPOLI. La giustizia, lenta ma inesorabile, dopo quasi quindici anni sembra fare finalmente il proprio corso. Con un nuovo arresto, il terzo messo a segno nel giro di due mesi, l’inchiesta sull’omicidio di Giuseppe Moliterno, vittima il 19 dicembre 2007 di un’epurazione interna al clan Amato-Pagano, arriva alla svolta (forse) definitiva. Raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, martedì mattina è nuovamente finito in manette il rampollo Raffaele Amato Junior, nipote omonimo del cofondatore del clan degli Scissionisti: l’accusa spiccata per lui dagli inquirenti della Dda è quella di aver preso parte alla fase esecutiva dell’agguato insieme al boss Enzo Notturno, arrestato poche settimane fa insieme all’altro rampollo della mala secondiglianese, Carmine Pagano.

Tutti e tre gli indagati sono già da tempo detenuti. Circostanza piuttosto singolare, all’epoca dei fatti Amato junior non aveva ancora compiuto 18 anni, motivo per il quale la sua posizione è stata vagliata dalla Procura per i Minorenni. Schiacciato dalla ricostruzioni di ben sei collaboratori di giustizia, ultimo in ordine di tempo l’ex capo della Vanella Grassi Antonio Accurso, anche il nipote di “’a vecchiarella” alla fine ha dovuto fare i conti con la giustizia. E, a onor del vero, il babykiller sembra non essersi scomposto più di tanto davanti alla notizia del nuovo procedimento a suo carico.

Difeso dall’avvocato Luigi Senese, ieri mattina, in sede di interrogatorio di garanzia, Amato Junior ha infatti ammesso le proprie responsabilità, senza però rendere dichiarazioni accusatorie di alcun tipo. Con la cattura del gruppo di fuoco sembra finalmente dipanarsi il giallo dell’omicidio Moliterno, un delitto rimasto irrisolto per oltre dieci anni. La indagini da subito si sono orientate verso la pista dell’epurazione interna al clan degli Scissionisti, ma per ottenere i primi identikit è stato necessario attendere i pentimenti eccellenti, come si evince dalle 41 pagine del provvedimento cautelare.

Determinanti, ad esempio, si sono rivelate le accuse lanciate da Antonio Caiazza, ex fedelissimo di Carmine Pagano: «Ho appreso - ha spiegato il 10 novembre 2015 - dell’omicidio di Moliterno, tra Miano e il Monterosa, quando stavo nella cosiddetta “Centrale”, dove si trovavano Cesare Pagano e Raffaele Amato, nelle case di Mugnano. Seppi da Marco Liguori e Antonio Pompilio “’o cafone” che a commettere questo delitto erano stati, o erano presenti, Marco Liguori e Antonio Pompilio, Vettorio Notturno, Carmine Amato, Carmine Pagano e Raffaele Amato jr». Quanto al movente: «Per quanto ne sapevo, Moliterno si era preso la confidenza con la fidanzata di Davide Siciliano, un nostro affiliato».

Circostanza, quest’ultima, riferita anche da Paolo Caiazza il 15 giugno 2016: «Cosimo Marino mi ha spiegato che la causa della morte di Moliterno è stata una ragazza, tale Anna. Questa ragazza era fidanzata con un altro affiliato, Davide Siciliano “Capitone”. La regola del clan è che non puoi frequentare la donna di un altro affiliato».

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