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18 Settembre 2022 - 11:37
Antonio Cocci indica gli autori degli omicidi Ambrosio-Montino-Iavarone. Accuse al boss Pezzella: «Diede i soldi a Luongo e ai Bizzarro-Barbato»
NAPOLI. I registi della guerra di camorra passata alla ribalta della cronaca come la “faida dei bruciati” potrebbero presto essere inchiodati alle proprie responsabilità. Il neo pentito Antonio Cocci, ex fedelissimo del boss di Caivano Antonio Ciccarelli “munnezza”, è un fiume in piena e nel suo ultimo interrogatorio ha rivelato agli inquirenti della Dda di Napoli nomi e cognomi di quelli che, a suo dire, sarebbero i mandanti di almeno tre omicidi: quelli di Aniello Ambrosio, Vincenzo Montino e Mattia Iavarone, tutti assassinati nell’ambito del feroce scontro che nel 2014 ha visto la mala caivanese contrapporsi a quella di Afragola. Due “sistemi” spietati e pronti a tutto per mantenere il controllo del mercato della droga e del racket.
Le scottanti dichiarazioni rese da Cocci l’1 giugno scorso sono state appena depositate nel procedimento che lo vede coinvolto per l’assassinio di Gennaro Amaro. L’ex ras e narcos del Parco Verde ha iniziato la deposizione parlando del ras Francesco Pezzella: «È sempre stato legato ad Antonio Ciccarelli, già dagli anni ’90 vi era un’alleanza tra Pezzella-Russo e Ciccarelli. Pezzella voleva uccidere Aniello Ambrosio in quanto faceva parte di quelli di Afragola che avevano ucciso il fratello e per questo motivo aveva messo a disposizione anche dei soldi a Nicola Luongo, Mattia Iavarone e ai Bizzarro-Barbato». In quello stesso periodo un altro fronte caldo stava però per divampare: «Ambrosio si stava organizzando per uccidere i responsabili della morte di Modestino Pellino, e poiché Antonio Ciccarelli e Raffaele Laurenza erano detenuti e Dell’Annunziata era latitante, aveva deciso di colpire il clan Ciccarelli, responsabile di quell’omicidio, uccidendo Mattia Iavarone che in quel momento era il referente del clan e gestiva Caivano. Anche il fratello di Modestino Pellino voleva vendicarsi ed pronto a pagare per questo».
Il primo ad avere la peggio fu però Ambrosio: «Per organizzare il suo omicidio ha rivelato Cocci vi è stata una riunione a Carditello a cui hanno partecipato Giuseppe Capparelli, presente per i Barbato-Bizzarro, Mattia Iavarone e Nicola Luongo, tutti al cospetto di Francesco Pezzella. Queste cose me le ha raccontate Emilio Solimene (poi ucciso in un’epurazione interna ai Ciccarelli, ndr)». Il collaboratore di giustizia ha quindi ricostruito la dinamica dell’agguato: «Ambrosio è stato attirato in trappola da Luongo che gli aveva detto che avrebbe potuto aiutarlo a uccidere Iavarone. Per questo motivo si è recato al rione Salicelle dove è stato poi ucciso in un garage. Ambrosio è arrivato lì con Vincenzino Montino e “pallino”. Nel garage e ̀entrato soloAmbrosio, ad attenderlo c’erano Luongo, Capparelli e Iavarone. Luongo lo ha bloccato e Iavarone lo ha colpito ripetutamente con una mazzola, uccidendolo». Di lì a pochi mesi anche il ras Iavarone sarebbe stato però eliminato. Quanto alla sua fonte, Cocci ha affermato: «Tutte queste cose me le ha dette Solimene quando mi ha spiegato il motivo della morte di Iavarone».
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