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Ucciso dall’amianto, Inail condannato

Ucciso dall’amianto, Inail condannato

Il Tribunale di Velletri ha condannato l'Inail a riconoscere l'indennizzo da malattia professionale agli eredi di Giovanni Panariello, operaio di Torre Annunziata (Napoli) morto a 66 anni per mesotelioma dopo essere stato esposto ad amianto. Una cifra che, soltanto di arretrati, ammonta a circa 110mila euro, compreso il fondo vittime amianto, e una rendita mensile alla vedova di circa 2mila euro al mese. Lo rende noto l'Osservatorio nazionale amianto. Panariello ha lavorato presso diverse ditte, tra cui l'Avis di Castellammare di Stabia (Napoli), a contatto con materiale contenente la fibra killer. In particolare ha svolto attività di commercio e pulizia dei materiali di scarto tra cui la scoibentazione dell'amianto presente nelle carrozze ferroviarie. Nel febbraio 2017 è arrivata la diagnosi e l'uomo è morto a 66 anni nel dicembre dello stesso anno lasciando la moglie Rosaria Francesca, che all'epoca aveva 53 anni, e i figli Rocco, 34 anni, e Rosa, 30 anni. L'Inail, che aveva riconosciuto all'uomo la malattia professionale, contestava non solo il nesso causale tra il decesso avvenuto per amianto e l'attività lavorativa, ma la stessa esposizione all'asbesto. L'uomo era stato collocato in pensione nel gennaio 2010 usufruendo dei benefici previdenziali di legge per esposizione all'amianto con la certificazione della stessa Inps che ha rilevato "è stata riconosciuta l'esposizione all'amianto per 666 settimane comprese nel periodo dal 11 febbraio 1978 al 16 settembre 1991". Dopo la morte dell'operaio l'ente ha negato l'indennizzo a moglie e figli, i quali si sono affidati legalmente al presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto, avvocato Ezio Bonanni, che dichiara: "L'Inail ha negato l'evidenza e le sue stesse conclusioni evitando per l'ennesima volta di riconoscere i diritti degli eredi di una vittima amianto. Un uomo che ha lavorato tutta la vita per poter sostenere la sua famiglia e che si è ammalato proprio di mesotelioma, una patologia gravissima che lo ha portato via in meno di un anno".

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