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Sfratto di camorra, due arresti a Scampia

Sfratto di camorra, due arresti a Scampia

NAPOLI. Nelle Case dei Puffi a Scampia a luglio 2021 il gruppo dello Chalet Bakù, Raia-Notturno, subentrò alla Vanella Grassi e così due emissari pensarono di sfrattare con la forza gli occupanti di un alloggio in via Contorni: un ex pusher agli arresti domiciliari, costretto su una sedia a rotelle per un incidente domestico, e l’anziana madre. Ci riuscirono con la violenza ma la denuncia delle vittime ha dato il via a un’indagine dei carabinieri, coordinata dalla Dda, che ha portato ieri all’arresto degli autori dell’estorsione aggravata dal metodo mafioso: Leopoldo Marino, 39 anni, e il 25enne Carmine Pandolfi detto “Braciola”, i quali devono rispondere anche di lesioni per aver picchiato S.A.

Come pretesto gli indagati (da considerare innocenti fino all’eventuale condanna definitiva) utilizzarono un vecchio debito di 60 euro per un storia di droga, arrivato a loro dire a 2.500: «Dacci i soldi entro domani oppure le chiavi dell’appartamento. Altrimenti ti atterriamo». La vicenda è durata tre giorni, tra il 10 e il 12 luglio. I due uomini - che fino a un mese fa percepivano anche il reddito di cittadinanza - si presentarono sempre insieme nell’abitazione del 27enne, allora sottoposto a domiciliari a Scampia, minacciandolo con il pretesto di ottenere la restituzione di un presunto debito contratto tempo prima.

Ma gli investigatori ritengono che l’unico obiettivo fosse di costringere lui e la madre convivente a lasciare l’abitazione, dove le vittime risiedevano quali legittimi assegnatari, affinché il clan potesse utilizzarlo come base di spaccio. Proprio in quel periodo c’era stato il passaggio tra la Vinella e i Raia-Notturno nella gestione del lotto P. Tre gli episodi estorsivi documentati, durante l’ultimo dei quali le vittime furono costrette a consegnare agli indagati le chiavi dell’appartamento e a liberarlo seduta stante. Già nel primo Pandolfi, tra l’altro amico di scuola alle elementari del 27enne, aveva mostrato un atteggiamento aggressivo: «Devi darci 2.500 euro per quel vecchio debito. Oppure se non ha i soldi ci consegni le chiavi dell’appartamento».

Il giovane protestò, ma non ci furono ragioni. Il giorno dopo gli indagati passarono all’azione colpendo con calci e pugni S.A. senza avere pietà per le sue condizioni fisiche, procurandogli lesioni al volto. Nel terzo costrinsero lui e la madre ad andare via. Una volta fuori casa, il 27enne e la madre trascorsero la prima notte su un ballatoio, ancora sotto choc per l’accaduto. Poi la donna si trasferì all’Arenaccia dal compagno mentre il figlio partì per la provincia di Como ospite del padre, non prima di aver sporto entrambi denuncia ai carabinieri. Emblematica l’ultima frase gridata a S.A. da uno dei presunti estorsori: «Non farti più vedere a Scampia».

Il provvedimento è stato notificato in carcere a Leopoldo Marino, già detenuto a Poggioreale per altra causa, mentre Carmine Pandolfi è stato arrestato ieri mattina. Sia Marino (difeso dall’avvocato Dario Carmine Prontese) che Pandolfi hanno poi fatto scena muta durante l’interrogatorio di garanzia.

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