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Sfratto di camorra, la vittima: «Io, massacrato a ginocchiate»

Sfratto di camorra, la vittima: «Io, massacrato a ginocchiate»

NAPOLI. Ecco alcuni passaggi della drammatica testimonianza di S.A., il 27enne prrso di mira con la scusa del debito di droga di 60 euro. «Carmine Pandolfi detto “Braciola” mi chiese subito con tono alterato se avevo i soldi da dargli. Alla mia risposta negativa lui e l’altro, che conoscevo solo di vista, iniziarono a picchiarmi. Non avevo possibilità di fuga o di ripararmi da tale violenza, considerando che mi trovo su una sedia a rotelle. Sono stato ripetutamente colpito da entrambi: Pandolfi al viso con diverse ginocchiate mentre l’altro mi prendeva a calci e a pugni. Ricordo di una ginocchiata in pieno viso, all’altezza dell’arcata sopraccigliare, dove iniziavo a perdere sangue. L’unica cosa che riuscii a fare fu di ripararmi il capo con le braccia mentre loro continuavano. Il tutto almeno per 10 minuti sino a quando le urla dei cani interruppero il sonno di mia madre, che ha un problema all’udito. Lei venne nella stanza e riuscì a chiuderli fuori. Solo così loro andarono via, gridando che sarebbero tornati ancora. Infatti il giorno dopo si ripresentarono e in quell’occasione Pandolfi mi chiese esclusivamente di consegnargli le chiavi dell’appartamento».

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