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«Ciro Contini regalò un tatuaggio a mio cognato»

«Ciro Contini regalò un tatuaggio a mio cognato»

Le dichiarazioni di Tommaso Schisa sulla latitanza del nipote del boss Edoardo “’o romano”

NAPOLI. Ciro Contini “’o nirone”, nipote del boss Edoardo “’o romano”, non è stato sempre e solo affiliato al clan fondato dallo zio e di conseguenza all’Alleanza di Secondigliano. Per un periodo ha addirittura retto il gruppo Sibillo, al punto da regalare a un suo cognato un tatuaggio molto particolare: riproduceva il numero 17, simbolo dell’affiliazione al clan della zona Decumani. La S infatti è la 17esima lettera dell’alfabeto.

Ciro Contini, destinatario giovedì di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’omicidio del meccanico innocente Luigi Galletta, era già detenuto per un’indagine associativa. Ma l’inchiesta sul delitto maturato nell’ambito della guerra tra i Sibillo e i Buonerba ha acceso i riflettori su un giovane ras tra quelli considerati dell’ultima generazione. A descrivere con precisione il profilo è stato il pentito Tommaso Schisa, ex componente di primo piano dell’alleanza con i De Luca Bossa e i Minichini di Ponticelli.

Ecco alcuni passaggi delle sue inedite dichiarazioni, con la consueta premessa che l persone citate devono essere ritenute estranee ai fatti narrati fino a prova contraria. “Nel 2016 la mia famiglia ha favorito la latitanza di Ciro Contini. Io l’ho ospitato a Marigliano nell’abitazione di mio suocero sita di fronte alla mia. Mia madre Luisa de Stefano l’ha ospitato anche nel Rione De Gasperi in una casa non occupata da una mia zia che si trova in Germania. Contini ha ricevuto ospitalità anche da Michele Minichini, in un appartamento a Barra. Temendo intercettazioni, nelle nostre conversazioni riferendoci a lui lo chiamavano “Alessandro” oppure “’o cugino”. Il collaboratore ha poi continuato nel corso dello stesso interrogatorio a parlare di Ciro Contini.

“……………….(omissis) è legato sentimentalmente a una mia congiunta dal 2015, anno in cui ho avuto modo di conoscerlo usufruendo di permessi premio. Nel 2016 ……………..(omissis) spostava Ciro Contini, allora latitante, dall’abitazione di mia madre Luisa De Stefano a quella di una mia zia, sempre nel Rione De Gasperi a Ponticelli. Lui faceva sempre compagnia a Ciro “’o nirone” durante la latitanza, motivo per cui Contini gli ha regalato un tatuaggio che mio cognato porta sul braccio, che consiste nella riproduzione del numero 17. Voglio precisare che quel numero sta a rappresentare l’affiliazione al clan Sibillo: infatti la lettera S è la 17esima dell’alfabeto”.

A originare l’efferato delitto del meccanico incensurato, commesso da esponenti del clan Sibillo, sarebbe stato il semplice rifiuto della vittima, motivato dalla sua totale estraneità al contesto camorristico, di fornire elementi utili a rintracciare il cugino Luigi Criscuolo, schieratosi con il gruppo antagonista dei Buonerba, spalleggiato dai Mazzarella. Per l’omicidio è stato già condannato, non in via definitiva, il presunto esecutore materiale Antonio Napoletano “’o nannone”, allora minorenne. Luigi Galletta prima fu pestato e 3 giorni dopo, il 31 luglio 2015, ucciso davanti all’officina in cui lavorava.

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