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25 Settembre 2022 - 08:00
NAPOLI. Incensurati, erano stati indagati e incriminati a piede libero per la cosidetta truffa del super bonus 110 per cento, di cui tanto si è discusso a livello politico e tuttora si discute. Per i tre, nel frattempo diventati imputati, è arrivata l’ora del giudizio e della condanna. Tutti hanno patteggiato la pena, evitando una sentenza più severa e soprattutto ottenendo la sospensione condizionale della stessa grazie al lavoro degli avvocati difensori. A Napoli è il primo processo che si conclude per questo tipo di reato.
La truffa ai danni dello Stato è stata quantificata in 4 milioni di euro e non ci sono volute molte udienze per arrivare alla conclusione: condanna e pena sospesa per i 3 imputati, che secondo l’accusa avevano inscenato dei falsi lavori di ristrutturazione con il super bonus 110 per cento, facendosi accreditate la somma dalla società “Enel X”: Gianpaolo Russo, 24enne di Giugliano; Marco Milazzo, siciliano di Catania, classe 1982; Camilla Nardi di Napoli, anch’ella molto giovane per essere nata nel 1996.
A seconda delle posizioni, erano imputati per truffa pluriaggravata ai danni dello Stato e auto riciclaggio. Ma dalla loro avevano l’assenza di precedenti penali. Difesi di fiducia dagli avvocati Alba Lopez Tercero Montero, Cinzia Galdiero e Maria Padovani, sono stati processati dal gup del Tribunale di Napoli Marcello De Chiara, il quale ha accolto il patteggiamento concordato dal collegio che li assiste con il pubblico ministero John Henry Woodcock.
Cosicché sono stati condannati alla pena di 2 anni di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale. Un successo per la difesa. Al processo si è costituita come parte civile “Enel X”, chiedendo il risarcimento dei quasi 4 milioni di euro.
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