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26 Settembre 2022 - 07:45
NAPOLI. È un riequilibrio nel controllo delle piazze di spaccio a Scampia andato avanti gradualmente, al punto che secondo i più esperti investigatori anticamorra le divisioni territoriali tra i clan post terza faida sono notevolmente cambiate.
L’ultima novità, inedita giornalisticamente ma non per chi combatte la malavita organizzata, riguarda il lotto P e in particolare le Case dei puffi. La vendita di droga sarebbe ora gestita dal gruppo RaiaNotturno dello “Chalet Bakù”, alleato degli Abbinante, dopo un lungo periodo di gestione degli affari illeciti da parte del clan della “Vanella Grassi”. Il primo a parlarne agli inquirenti è stato Salvatore Abruzzese, 27enne pusher che da incensurato ebbe una parte nella fiction “Gomorra”.
Nel denunciare l’estorsione subita insieme alla madre da 2 pregiudicati, raccontò che nei pressi della sua abitazione da 3 settimane circa c’era stato un avvicendamento pacifico di venditori di droga. Nelle case dei Puffi a Scampia a luglio 2021 il gruppo dello Chalet Bakù, Raia-Notturno, subentrò nel controllo alla “Vanella Grassi” e così due emissari pensarono di sfrattare con la forza gli occupanti di un alloggio in via Contorni: un ex pusher agli arresti domiciliari, costretto su una sedia a rotelle per un incidente domestico, e l’anziana madre.
Ci riuscirono con la violenza ma la denuncia delle vittime ha dato il via a un’indagine dei carabinieri, coordinata dalla Dda, che ha portato all’arresto degli autori dell’estorsione aggravata dal metodo mafioso: Leopoldo Marino, 39 anni, e il 25enne Carmine Pandolfi detto “Braciola”, i quali devono rispondere anche di lesioni per aver picchiato Salvatore Abruzzese. Come pretesto gli indagati (da considerare innocenti fino all’eventuale condanna definitiva) utilizzarono un vecchio debito di 60 euro per un debito di droga, arrivato a loro dire a 2.500. «Dacci i soldi entro domani oppure le chiavi dell’appartamento. Altrimenti ti atterriamo».
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, la vicendadurò tre giorni, tra il 10 e il 12 luglio. I due uomini si presentarono sempre insieme all’abitazione del 27enne, allora sottoposto agli arresti domiciliari a Scampia, minacciandolo con il pretesto di ottenere la restituzione di un presunto debito contratto tempo prima. Ma gli investigatori ritengono che l’unico obiettivo fosse di costringere lui e la madre convivente a lasciare l’abitazione, dove le vittime risiedevano quali legittimi assegnatari, affinché il clan potesse utilizzarlo come base di spaccio.
Proprio in quel periodo c’era stato il passaggio tra la “Vinella” e i Raia-Notturno nella gestione del lotto P. Tre gli episodi estorsivi documentati, durante l’ultimo dei quali le vittime furono costrette a consegnare agli indagati le chiavi dell’appartamento ed a liberarlo seduta stante. Già nel primo Pandolfi, tra l’altro amico di scuola alle elementari del 27enne, aveva mostrato un atteggiamento aggressivo. «Devi darci 2.500 euro per quel vecchio debito. Oppure se non ha i soldi ci consegni le chiavi dell’appartamento».
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