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Sicari in azione al rione Traiano, gli investigatori tentano lo sprint

Sicari in azione al rione Traiano, gli investigatori tentano lo sprint

Interrogati amici e parenti di Sergio Carparelli, al vaglio i primi identikit. Il 53enne sarebbe stato ucciso per agli abusi sessuali ai danni di un ragazzino

NAPOLI. Con il passare delle ore si restringe sempre di più il campo delle ipotesi sul movente dell’omicidio di Sergio Carparelli. Esclusa per ora la pista della guerra tra clan del rione Traiano, ne restano soltanto due da battere: la vendetta per una vicenda accaduta anni fa e per la quale il 53enne era stato recentemente condannato a otto anni di reclusione in primo grado o uno “sgarro” altrettanto datato relativo a piccoli traffici di sostanza stupefacente. L’attenzione degli investigatori infatti si sta appuntando esclusivamente sull’accusa di violenza sessuale nei confronti di un minorenne e sul precedente per droga.
Va precisato comunque che l’uomo era in attesa del giudizio di appello e quindi da considerare innocente per il reato estinto con il decesso. I carabinieri starebbero facendo passi in avanti anche nella ricostruzione  della  dinamica  dell’omicidio. Confermato che i killer lo hanno atteso sotto casa, sarebbe emerso che erano in due rapidi nel compiere l’esecuzione e fuggire rapidamente su uno scooter. Modalità prettamente camorristiche, che confermerebbero l’impressione di un  coinvolgimento della criminalità organizzata. In sostanza chi avrebbe ordinato il delitto, o addirittura eseguito in prima persona, secondo gli investigatori potrebbe essere vicino a uno dei clan del Rione Traiano.
Erano le 2 e 30 circa di giovedì e Sergio Carparelli si trovava all’altezza del civico 185, a pochi passi dall’ingresso della palazzina in cui abitava, quando sono entrati in azione i sicari. Il 53enne era solo, ma gli investigatori stanno cercando di scoprire chi aveva incontrato nella serata, se aveva incontrato qualcuno. Di certo stava rincasando all’ora del delitto.  All’arrivo dei carabinieri in via Marco Aurelio era già morto, a causa dei 7 proiettili calibro 7,65 che l’avevano centrato in varie parti del corpo.
Dall’esame delle ferite si può ipotizzare con una buona dose di sicurezza che la vittima si sia trovata di fronte l’esecutore materiale dell’agguato, probabilmente sceso da un motorino e istintivamente si sia girato per fuggire. Ma i colpi, esplosi subito, l’hanno centrato prima al petto e poi alla schiena mentre tentava di sottrarsi al piombo. Si è accasciato in un lago di sangue e così è stato trovato dai primi carabinieri accorsi insieme con gli operatori del 118 e dagli investigatori dell’Arma . sul posto ovviamente sono stati compiuti accurati rilievi dei militari del reparto Investigazioni scientifiche.  
A terra c’erano due bossoli che sono stati sequestrati dagli investigatori. Le indagini sono partite già in nottata, ascoltando i familiari della vittima, e proseguendo in mattinata con l’ascolto di amici e conoscenti e ieri con ulteriori accertamenti. Il telefonino della vittima è stato sequestrato nella speranza che l’analisi delle chiamate in entrata e in uscita, oltre che delle chat, possa aiutare nel ricostruire le ultime ore della vittima. Per quanto si sa, non sembra che la vittima abbia ricevuto minacce e da quando era tornato in libertà si vedeva tranquillamente in giro per il rione Traiano.

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