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02 Ottobre 2022 - 10:49
NAPOLI. Gaetano Manfredi (nella foto) preoccupato dal cambio del Governo? No, «perché è fisiologico in una democrazia». Ma, avverte il sindaco di Napoli, «l’importante sono la lealtà nei rapporti, gli argomenti e le azioni». Insomma, l’Esecutivo che Giorgia Meloni si appresta a guidare dovrà essere giudicato sui fatti. Fatti che per la città si chiamano innanzitutto gestione dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, Patto per Napoli e sicurezza.
«SERVE ATTENZIONE ALLA CITTÀ». Il messaggio in bottiglia recapitato da Manfredi alla Meloni è che «noi dobbiamo discutere e confrontarci nel merito delle questioni», verificando «se ci sarà l’attenzione verso la nostra città e i nostri territori, come io mi auguro», e se si faranno politiche «nell’interesse della nostra comunità». Di certo quello di cui non c’è bisogno è continuare con la narrazione di una Napoli e di un Sud fatti di «solo assistenzialismo». Un modo di fare che «è stato utile per molti anni per mettere il Mezzogiorno alla periferia dell’Italia», accusa il primo cittadino partenopeo parlando al Premio Serao 2022, promosso da “Il Mattino”.
IL PROBLEMA DELLE RISORSE. Manfredi mette poi il dito nella piaga della questione delle risorse, di cui tanto si è dibattuto nel corso della campagna elettorale: «Tante volte ho sentito dire che è inutile investire nel Mezzogiorno perché si sprecano i soldi, e quindi le risorse che dovevano arrivare sono andate altrove», è l’accusa del sindaco, che per questo respinge l’idea di un Sud «in cui tutto è perso, dove non si lavora e dove le persone vogliono essere assistite».
«QUI È DIFFICILE EMERGERE. Tutto ciò non solo «non è assolutamente vero», ma «nei nostri territori si fa grande fatica». manfredi evidenzia come gli imprenditori, i professionisti «fanno grande fatica a poter emergere, a poter dare il loro contributo» spiega il sindaco di Napoli che non nega, ovviamente, che i problemi ci siano, «ma se diciamo che ci sono solo i problemi» questo diventa «il miglior alibi per non fare nulla e questo è stato sfruttato in passato, e mi auguro non lo sia per il futuro - è l’avvertimento al prossimo Governo - per marginalizzare il Mezzogiorno».
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