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02 Ottobre 2022 - 10:51
NAPOLI. Finto maresciallo dei carabinieri con incarico nei servizi segreti, funzionario parlamentare, figlio di un ispettore della Dia e chi più ne ha più ne metta. Non mancava di fantasia C.C, 34enne napoletano d’origine ma trasferitosi da tempo nel Lazio, che pensava di aver trovato la chiave giusta per ricattare una 51enne anch’ella partenopea con cui aveva avuto una relazione sentimentale extraconiugale.
Per un po’ l’imbroglio ha funzionato, nella ricostruzione dell’accusa e ferma restando la presunzione d’innocenza dell’indagato fino all’eventuale condanna definitiva. Poi la vittima lo ha denunciato ed è partita l’inchiesta culminata nella richiesta di rinvio a giudizio per l’uomo accusato di truffa, estorsione e violenza sessuale. Il prossimo 15 novembre C.C. comparirà, da uomo libero, davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Napoli nord.
La parte offesa è assistita dall’avvocato Marcello Lala del foro di Napoli. Secondo l’accusa la donna era ricattata con frasi tipo «non hai idea con chi hai a che fare. Sono molto rispettato tra le forze dell’ordine e posso rovinare te e la tua famiglia». Oppure il 34enne di svelare al marito la relazione sentimentale vissuta insieme se non le avesse ricaricato la postepay : a volte di 1.000 euro, a volte 2.000. Non è finita. Gli investigatori, coordinati dalla Procura, hanno accertato che C.C. per un periodo aveva tenuto in pugno la 50enne facendole credere che anche il figlio fosse in pericolo, addirittura ipotizzando un delitto.
«Io di tuo figlio non ti faccio trovare nemmeno il corpo e le ossa. Sai quante persone spariscono e non si trovano più» In quel caso la richiesta sarebbe stata ancora più forte: gioielli, ricevuti, per un valore di circa 5000 euro. All’indagato vengono anche contestati altri due capi d’imputazione: uno per truffa e l’altro per violenza sessuale, compiuta in due occasioni. Nel primo caso, quand’ancora aveva un minimo di credibilità, avrebbe fatto credere alla donna di poter favorire l’assunzione del figlio in un ente pubblico, in cambio naturalmente di soldi: 3.000 euro ad agosto 2020 con il solito sistema del versamento sulla postepay, oggetti in oro per un valore simile e ben 10mila euro a dicembre dello stesso anno.
C’è infine la parte della violenza sessuale. C.C. asseriva di essere in possesso di foto intime della vittima, circostanza non confermata, e in due luoghi diversi avrebbe abusato di lei: nello sgabuzzino di un appartamento e in un’autovettura su cui era salita la donna per consegnargli il danaro frutto del ricatto. Su tutta la vicenda ha aleggiato a lungo la paura per la presunta posizione del 34enne, fantomatico 007 proveniente dalle file dell’Arma nonché funzionario parlamentare. Un castello di bugie crollato miseramente che ha gradualmente dato coraggio alla parte lesa, che ora a testa alta potrà andare in tribunale. Una brutta storia su cui a novembre si esprimerà il gup di Napoli nord.
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