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05 Ottobre 2022 - 07:15
NAPOLI. È un altro no secco e deciso quello che arriva da Ponticelli dopo la notizia che la gara per la realizzazione del biodigestore -«non un impianto di compostaggio come viene definito»- è andata deserta. Per il coordinamento “Comitati No Biodigestore Napoli Est” proprio l’attuale congiuntura economica e sociale, «imporrebbe ancora di più l’attuazione di buone pratiche per la risoluzione della gestione dei rifiuti a Napoli e più in generale nella nostra regione» piuttosto che un appalto per la costruizione di un biodigestore.
La buona prassi per il comitato si basa su 4 azioni riassunte pure come le quattro erre: Ridurre, Riutilizzare, Raccogliere e Riciclare. «Ebbene a tutt’oggi di tutto questo non è avvenuto nulla - hanno sottolineato da Ponticelli dove la mobilitazione è solo sopita e non certo domata -La raccolta differenziata è ancora ferma agli stessi numeri della precedente amministrazione e gli annunci di estendere la raccolta a tutta la VI Municipalità tali sono restati: annunci».
Di fronte a questo quadro che viene giudicato senza appello «fallimentare», i “Comitati No Biodigestore Napoli Est” ribadiscono il loro no» fermissimo al biodigestore dichiarandosi disponibili, però, fin da subito, a collaborare con le istituzioni per creare un circolo virtuoso nella gestione dei rifiuti basato sulla riduzione a monte e dunque adottare delibere per ridurre gli imballaggi, incentivare il vuoto a rendere con conseguente riduzione dell’uso della plastica con un occhio alla creazione e incentivazione del riutilizzo dei materiali favorendo lo scambio tra i cittadini attraverso l’istituzione di stazioni di riutilizzo, ciclo officine, mercatini.
«Serve poi una incentivazione al riciclo. Su questo tema nella nostra municipalità è presente l’associazione Remida, che può fornire l’esperienza necessaria su questo tema e rappresentare un percorso certamente da rafforzare e non da svilire come si sta cercando di fare». Fondamentale resta per i comitati incentivare da subito la raccolta differenziata per avere una frazione umida di ottima qualità tale da poter alimentare piccoli impianti di compostaggio aerobico, più facili da realizzare, più semplici da condurre.
La spinta sul recupero della materia è dunque alla base del programma che i comitati vogliono presentare a San Giacomo : «Per il nostro paese che è povero di materie prime, la disponibilità di materie prime secondarie è, infatti, essenziale per una pluralità di settori industriali che utilizzano materiali quali acciaio, alluminio, carta, vetro, legno e materie plastiche. La prospettata riproposizione delle gara, così come è stata preparata, non risponde alle esigenze della nostra città e riproporrà le incertezze sui modi e tempi di realizzazione dell’impiantistica. Auspichiamo da subito una ripresa del dialogo con le istituzioni su queste tematiche. Come cittadini diciamo che non siamo affetti da sindrome di Nimby, anzi siamo attivi e propositivi sul nostro territorio verso tutte quelle azioni che possano aiutare a migliorare le condizioni di vita».
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