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06 Ottobre 2022 - 08:00
NAPOLI. La Procura non perde tempo e lancia subito l’affondo alla paranza di pistoleri capeggiata dal figlio del boss di Ponticelli Antonio De Luca Bossa, alias “’o sicc”. Spediti dietro le sbarre il 21 luglio scorso con l’accusa di aver fatto fuoco all’impazzata tra le strade del degradato quartiere orientale di Napoli, Emmanuel De Luca Bossa e i complici Vincenzo Barbato e Vincenzo Damiano sono adesso a un passo dal finire sotto processo.
La Direzione distrettuale antimafia ha infatti ottenuto la fissazione del giudizio immediato per i tre aspirati ras. L’udienza è stata calendarizzata per il prossimo 21 novembre, ma tutti i sospettati (difesi dagli avvocati Giuseppe Milazzo, Leopoldo Perone e Antonio Del Vecchio) giocheranno d’anticipo chiedendo il rito abbreviato. Una strategia processuale pressoché obbligata per limitare i danni in caso di eventuale condanna. Nella vicenda è poi coinvolto anche il minorenne Pietro P., ma la sua posizione è ora al vaglio dell’autorità giudiziaria competente. Insieme al figlio del ras erano stati catturati Vincenzo Barbato e Giuseppe Damiano, tutti tra l’altro recentemente scarcerati, mentre era inizialmente ricercato il minorenne.
I quattro, stando alla ricostruzione della pubblica accusa, lo scorso 2 luglio si sarebbero resi protagonisti di una micidiale sparatoria. Impugnando tre pistole calibro 9x21, 9x19 e 6,35, avrebbero attraversato viale Margherita e per sessanta metri avrebbero sparato all’impazzata tra la folla. Per fortuna nessun passante è rimasto ferito: a quell’ora, erano circa le diciotto, la strada era però ancora molto affollata. Il commando è entrato in azione in sella a due moto di grossa cilindrata, il cui passaggio è stato inquadrato da diverse telecamere di sicurezza della zona e proprio grazie a quelle immagini è arrivata la svolta sul caso.
Il raid contestato ai quattro giovani va a inserirsi in uno scenario ancora oggi a dir poco esplosivo, degenerato sempre più dopo il recente omicidio di Carmine D’Onofrio, cugino di De Luca Bossa junior. La sparatoria sarebbe tra l’altro maturata poche settimane dopo la scarcerazione di Emmanuel De Luca Bossa e Christian Marfella, figlio della ras Teresa De Luca Bossa.
Due circostanze che hanno dato nuovo vigore al temibile clan con base tra il lotto 0 di Ponticelli e il vicino quartiere Barra, che avrebbe così deciso di dare una prova di forza ai rivali del gruppo De Micco-De Martino, che invece avevano da poco incassato l’arresto del boss Marco De Micco “’o bodo”, accusato insieme ad alcuni affiliati di essere il responsabile dell’omicidio di Carmine D’Onofrio, figlio naturale del ras Giuseppe De Lucca Bossa, assassinato in quanto ritenuto dai rivali l’autore dell’attentato dinamitardo contro l’abitazione di Marco De Micco.
Tornando invece al raid di viale Margherita, la reazione dei “Bodo” non si sarebbe comunque fatta attendere: appena ventiquattro ore dopo, infatti, un’altra sparatoria era stata registrata all’interno del lotto 0 di Ponticelli, storica roccaforte dei De Luca Bossa.
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