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08 Ottobre 2022 - 10:17
Nel fortino del clan Giannelli avvistati due uomini armati di mitra: caccia a un Honda “Sh” bianco
NAPOLI. Un Honda “Sh” bianco con due uomini armati in sella ha seminato il panico l’altro ieri sera tardi a Cavalleggeri d’Aosta. Il conducente faceva avanti e indietro, come se i malviventi cercassero qualcuno, fino a quando sono partite le segnalazioni alle forze dell’ordine, con un’aggiunta importante: l’aver visto quello seduto dietro imbracciare una mitraglietta. Così, appena una Gazzella dei carabinieri e una Volante della polizia sono arrivate in zona, la coppia di camorristi si è rapidamente allontanata.
Per gli investigatori l’episodio, conclusosi fortunatamente con un nulla di fatto, sarebbe la conseguenza delle fibrillazioni scoppiate nuovamente tra gli Esposito di Bagnoli e i Giannelli di Cavalleggeri d’Aosta. Una tensione che, riorganizzati i rispettivi gruppi e trascorso il periodo estivo, si è fatta sentire soprattutto durante lo scorsa settimana con tre sparatorie, due a salve e una con proiettili veri, e un incendio doloso. Un botta e risposta che forse non scriverà la parola fine su questa fase di guerriglia, come dimostra la motocicletta con il pistolero l’altro ieri in via Cavalleggeri d’Aosta.
Tra venerdì e domenica le forze dell’ordine hanno registrato tre stese tra Cavalleggeri d’Aosta e Bagnoli, una raffica di colpi di pistola contro un’auto al rione Traiano e un raid incendiario, sempre a Cavalleggeri, ai danni del bar gestito da Giuseppe Giannelli, figlio del ras della zona Alessandro Giannelli. È come se i clan dell’area flegrea avessero ricominciato a fronteggiarsi a viso aperto. I centralini di 112 e 113 hanno complessivamente ricevuto 4 segnalazioni di sparatorie. In tre casi gli investigatori non hanno trovato sulla scena tracce del passaggio dei sicari: segno che le paranze avevano utilizzato armi caricate a salve. Al rione Traiano le cose sono però andate diversamente: in questo caso, infatti, le forze dell’ordine hanno individuato una macchina crivellata di colpi.
La vettura, dopo un primo accertamento, è risultata di proprietà di un uomo lontano dalle logiche criminali, ma che ha al suo attivo una parentela piuttosto scomoda: quella con Michele Ortone, giovane leva della mala pianurese, da qualche tempo ritenuto vicino tanto da essere coinvolto in alcuni procedimenti giudiziari al clan Esposito capeggiato dal ras Massimiliano “’o scognato” con base a Bagnoli. Il fine settimana si è poi concluso con un altro botto: il principio di incendio ai danni del “Lussy Caffè” di via Cavalleggeri d’Aosta. Il bar oggetto del raid è risultato gestito da Giuseppe Giannelli, giovane figlio del ras detenuto Alessandro.
Una circostanza, quest’ultima, sulla quale i carabinieri stanno adesso cercando di fare chiarezza. Le piste più battute sono al momento quella della vendetta e del racket, mentre i sospetti si stanno focalizzando su alcuni esponenti del gruppo Esposito. Tra i Giannelli e gli Esposito, vale la pena ricordarlo, ormai da tempo i rapporti si sono deteriorati dopo anni trascorsi insieme sotto la bandiera del boss Domenico D’Ausilio detto “Mimì o’ sfregiato”.
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