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08 Ottobre 2022 - 10:24
NAPOLI. Pugno duro della Procura e per il clan dei “Barbudos”, imputato per l’agguato noto come la strage delle Fontanelle, si profila una nuova stangata. Ieri mattina è infatti entrato nel vivo il processo che si sta celebrando davanti alla Corte d’assise d’appello di Napoli e il procuratore generale ha chiesto la conferma di tutte le condanne di primo grado: cinque ergastoli compresi.
Toccherà adesso al collegio difensivo (avvocati Leopoldo Perone, Gennaro Pecoraro, Antonio Rizzo, Antonio Briganti e Antonio Del Vecchio) provare a limitare i danni. Le prossime udienze saranno celebrate a novembre. Il verdetto di primo grado era stato pronunciato il 4 giugno 2020 e il giovane boss del rione Sanità Antonio Genidoni, la madre Addolorata Spina, Alessandro Daniello, Emanuele Esposito e Vincenza Esposito, moglie di Genidoni, avevano rimediato la condanna al carcere a vita.
Quest’ultima era tra l’altro l’unica per la quale il pubblico ministero aveva chiesto “solo” 30 anni di reclusione. Ergastolo, dunque, per il boss mandante Antonio Genidoni e gli altri imputati accusati di avere a vario titolo concorso nell’agguato costato la vita a Giuseppe Vastarella e Salvatore Vigna. Nel raid rimasero ferite anche tre persone. Il pm, riconoscendo le attenuanti generiche, il 14 maggio precedente aveva chiesto trent’anni di reclusione per Vincenza Esposito, moglie del ras Genidoni.
La condanna inflitta dai giudici della prima sezione è però andata persino oltre le richieste avanzate dall’accusa. I cinque imputati sono finiti alla sbarra in quanto a vario titolo accusati di essere i responsabili dell’eccidio consumatosi la sera del 22 aprile del 2016 nel circolo ricreativo di via Fontanelle. Il raid arrivò a pochi mesi di distanza da un altro clamoroso agguato, quello che costò la vita al capoclan Pietro Esposito, padre di Antonio Genidoni, assassinato in piazza San Vincenzo, nel cuore del quartiere che diede i natali a Totò. Nell’imboscata di via Fontanelle persero invece la vita Giuseppe Vastarella e Salvatore Vigna, mentre altre tre persone rimasero gravemente ferite: Dario Vastarella, Antonio Vastarella e Alessandro Ciotola, nipoti del capoclan Patrizio.
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