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Inflazione, mazzata sui napoletani

Inflazione, mazzata sui napoletani

Allarme per l’erosione dei risparmi, ogni famiglia sarà costretta a spendere 1.600 euro in più. Il caro prezzi in città costa 3,3 miliardi, nella regione il conto sale a 6

NAPOLI. L’inflazione da un lato e il caro bollette dall’altro: una manovra a tenaglia che rischia di stritolare le famiglie napoletane. L’aumento dei prezzi al consumo in città ha raggiunto l’8,2% (ultimo dato Istat disponibile), e rappresenta una stangata da 3,33 miliardi. L’inflazione, infatti, erode i risparmi dei napoletani più che nel resto d’Italia.  


NAPOLI  AL  QUARTO  POSTO. Quella partenopea, infatti, è al quarto posto della classifica delle città più colpite dal fenomeno: peggio fanno soltanto Roma, dove l’inflazione si mangia 7,42 miliardi di euro di risparmi familiari, Milano con 7,39 miliardi  e  Torino  con 3,85. Questo perché le province più penalizzate sono quelle più popolate  e  tendenzialmente anche con i livelli di ricchezza più elevati. Una classifica, quella elaborata dall’Ufficio studi dell’associazione degli artigiani Cgia, che dice però anche un’altra cosa e cioè che la stangata complessiva in Campania ammonta a poco più di 6 miliardi di euro. Questo vuol dire che la metà di questa stangata nella regione è a carico dei napoletani. Seguono i salernitani, al secondo posto con 1,4 miliardi persi, seguiti dai casertani che vedono il loro potere d’acquisto ridursi di un miliardo.


GLI AUMENTI LEGATI AL CAROVITA. Secondo i calcoli dell’Unione nazionale consumatori, per una famiglia media partenopea il caro vita si tradurrà nel 2022 nella necessità di tirare fuori circa 1.600 euro in più rispetto allo scorso anno. Una vera e propria botta per le tasche dei cittadini chiamati a fare i conti con l’aumento medio dei prezzi del 10,8% dei prodotti alimentari e addirittura del 31,3% della voce «abitazione, acqua, elettricità e combustibili». ma si tratta di numeri che non inglobano ancora gli ultimi aumenti di luce e gas in arrivo. Rincari che  stanno  già  provocando i primi   mutamenti   delle abitudini di vita se è vero, come   testimonia   un’indagine  di  Coldiretti,  che  quasi uno su cinque per risparmiare sta già cucinando di meno, indirizzandosi verso pietanze che non necessitano di essere cotte.  I napoletani sono in prima fila nel mettere in campo accorgimenti per coniugare la voglia di continuare a portare in tavola cibi cotti con la necessità di ridurre l’impiego dei fornelli,  contribuendo  così  alla  campagna per il risparmio energetico lanciata dal Governo.

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