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Faida di Fuorigrotta, nuovo patto tra clan

Faida di Fuorigrotta, nuovo patto tra clan

NAPOLI. L’allontanamento volontario di alcuni malavitosi (di cui abbiamo scritto ieri) sarebbe la conseguenza della reazione del gruppo Bianco-Baratto e dei Troncone, non alleati strutturali ma uniti per combattere la possibile invasione di Fuorigrotta da parte degli Esposito di Bagnoli e dei Sorianello del rione Traiano grazie al cavallo di Troia rappresentato dagli Iadonisi-Cesi del rione Lauro.

Uno scenario inquietante, che la Dia espone nell’ultima relazione sulle mafie presentata al Parlamento, quanto mai attuale se si riflette su una circostanza: l’arresto di Enzo Iadonisi (nipote del ras Francesco) e di Giuseppe Ciotola, 24enne di Pianura, sorpresi con una pistola in un albergo del Giuglianese: ben lontani quindi dai luoghi di residenza. Tutto sarebbe cominciato con l’omicidio del 15 marzo 2021 di Antonio Volpe, storico boss del quartiere.

Le indagini seguirebbero ora una nuova pista, aggiuntiva e non alternativa alla prima: i sicari potrebbero essere partiti da Bagnoli o dal rione Traiano e non da Fuorigrotta. In ogni caso, oltre a restare ancora alta la tensione nel quartiere, è l’intera zona flegrea ad essere in fibrillazione con alleanze che coinvolgono Pianura, in particolare i Calone-Esposito-Marsicano, e più nell’ombra secondo gli investigatori anche Secondigliano con la longa manus dei Licciardi.

Il fermento sarebbe deflagrato dunque, con l’omicidio di Antonio Volpe, manager di malavita più che boss vecchio stampo, storicamente legato ai Bianco “Cerasella” e ai Baratto “Calascioni”. Cognomi che ricorrono nelle mappe sulla criminalità organizzata da più di venti anni, ma ancora attuali secondo la procura antimafia e la direzione distrettuale antimafia. Mentre è relativamente più recente l’ascesa del gruppo Troncone del ras Vitale (scarcerato a dicembre 2020 dopo una condanna per estorsione), che avrebbe cercato di approfittare della morte del 77enne per acquisire nuovi spazi a Fuorigrotta basandosi anche sull’alleanza con gli Zazo, legati a loro volta ai Frizziero e ai Mazzarella.

Le mire espansionistiche dei Troncone, nella ricostruzione degli inquirenti, hanno provocato la reazione degli altri sodalizi, come scrive la Dia nella relazione semestrale: «Clan Bianco-Baratto cosidetto dei “calascioni”, Iadonisi e Cesi del rione Lauro (legati all’Alleanza di Secondigliano. Gli Iadonisi, per raggiungere lo scopo, avrebbero stretto rapporti con il clan Sorianiello del rione Traiano e Soccavo.

Con la conseguenza di ulteriori fibrillazioni culminate in quattro fatti di sangue: gli omicidi di Andrea Merolla (nipote e autista di Vitale Troncone), di Salvatore Capone ed Enrico Marmoreo e del tentato omicidio di Vitale Troncone. Ma nella estenuante guerra di Fuorigrotta, definita anche faida al rallentatore per il periodo trascorso tra un agguato e altro, si è riempita anche di stese in diverse zone del popoloso quartiere, a cominciare dalla zona appena al di là della grotta.

Non si contano le intimidazione e le segnalazioni di uomini armati che giravano per il quartiere. Fino alla tregua attuale.

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