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12 Ottobre 2022 - 15:01
QUARTO. Infarto scambiato per dolore addominale: i vertici dell’ASL Napoli 2 nord chiamati a pagare un indennizzo da oltre 250 mila euro, per i trattamenti non corretti e per il ritardo nel prestare le necessarie cure del caso al paziente, che a causa dell’imperizie dei sanitari, rischia ogni giorno la vita. A curare l’aspetto legale di questa inquietante vicenda, portando a galla la cruda ed amara realtà che era stata sempre negata dall’ufficio legale dell’ASL Napoli 2 Nord, che aveva dichiarato che nessuna responsabilità sussisteva da parte del personale sanitario dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, è stato lo l’avvocato Angelo Melone, (titolare dello studio Angelo Melone International Consulting, con sede a Napoli a piazza Borsa 8), coadiuvato dai medici legali Mimmo De Cristofaro e Mariano Carafa, che hanno deciso di andare a fondo, per tutelare il loro assistito. Il fatto, risale all’Aprile del 2017. Il paziente, P. L, all’epoca dei fatti 40 enne, in seguito ad un malore verificatosi nel corso del primo pomeriggio all’interno della sua abitazione, veniva portato dal personale del 118 presso il pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria delle Grazie. I sintomi (forte dolore toracico che partiva dalla base del collo e che comprendeva anche le spalle e le braccia, il tutto preceduto da nausea e vomito), pur essendo abbastanza chiari, non vennero compresi dal medici di turno al pronto soccorso, che iniziarono a prestargli le prime cure ipotizzando un dolore addominale e nulla più. Per i medici si trattava di un “banale” codice verde. Solo alle 19, ovvero almeno due ore dopo l’arrivo al pronto soccorso venne fatto un primo elettrocardiogramma. Ma solo alle 22.30 i medici si resero conto che il paziente aveva un infarto in atto con delle alterazioni al cuore. Nonostante l’allarme, l'uomo, venne trasferito solo nel pieno della notte (intorno alle 2), presso il reparto UTIC del policlinico, dove i medici di quella struttura lo sottoposero ad un intervento chirurgico, impiantandogli uno stend medicale, che in qualche modo gli salvo la vita, ma un danno irreversibile era stato irrimediabilmente fatto, compromettendo una parte del cuore ormai necrotizzata a causa del forte ritardo causato dai medici dell’ospedale di Pozzuoli, avvedutosi tardivamente del dramma. In ogni modo sono stati necessari oltre 5 anni per definire questa brutta vicenda. Nel frattempo P.L., proprio a questo danno irreversibile al cuore, è stato costretto a cambiare letteralmente stile di vita, non potendo fare nessuno sforzo, vivendo praticamente “sotto una campana di vetro”, per riuscire ad andare avanti, naturalmente tra non poche difficoltà anche lavorative.
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