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13 Ottobre 2022 - 08:59
NAPOLI. Ventidue donne indagate (dieci in stato d’arresto e 19 a piede libero), tra cui una barista di Ponticelli cinque volte sposa, formano l’ossatura della clamorosa inchiesta sui matrimoni “di comodo”. Ma senza dubbio il personaggio principale, perno dell’indagine, è “Zia Maria”, già in passato arrestata per gli stessi reati. Come dimostra articolo di giornale del 2012 allegato agli atti dagli inquirenti, dal titolo «Donna Matilde, maga dei promessi sposi».
La Macciocchi, oltre ad organizzare il sistema, occupandosi di reperire e ospitare gli immigrati, falsificare i documenti di residenza e gli stati di famiglia, procacciava con la Noletto le ragazze per i matrimoni, spesso indigenti e dunque bisognose, come le sorelle di 27 e 29 anni Jessica e Francesca Riccardi Catino, o la 21enne Enrica Russo (tutte e 3 ai domiciliari) che come le altre «spose» hanno contratto più matrimoni, figurando anche come testimoni per altre nozze di comodo.
Francesca Riccardi, che lavorava in un bar di Ponticelli dove il gruppo aveva la propria base, si è sposata 5 volte. Zia Maria: «Se vieni adesso tengono pronta la ragazza, non ti preoccupare ci mettiamo d'accordo. Mi conoscono tutti da Milano a Napoli». Immigrato marocchino: «Un mio amico vuole matrimonio capito?”. Nelle intercettazioni, nonostante ad un certo punto gli indagati inizino ad usare per cautela un linguaggio criptico e a ridurre le conversazioni, i carabinieri della compagnia di Caserta hanno trovato le prove dei matrimoni di comodo. In un'altra telefonata intercettata, la Macciocchi «istruisce» uno straniero che ha appena avuto un bimbo garantendogli che ora avrà «subito il permesso. Sei papà di un bimbo italiano nato in Italia, hai capito? Facciamo bordello questa volta».
L'immigrato, che dimora in Lombardia, ricorda poi a Zia Maria di un ragazza da far sposare al cugino. «Dammi una ragazza qui a Milano e il resto ci penso io», quindi chiude: «ma se non ha fatto nulla io ho qui un amico a Milano che fa tutto lui».
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