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Clan Giannelli sotto attacco, bomba contro il negozio del fratello del boss

Clan Giannelli sotto attacco, bomba contro il negozio del fratello del boss

Un ordigno artigianale danneggia il negozio di telefonia del fratello del boss. L’attentato è la risposta alla stesa di pochi giorni fa sotto casa degli Esposito

NAPOLI. Gli uomini di Malanapoli tornano a colpire e la periferia ovest sprofonda sempre più nell’incubo di una nuova faida di camorra. Lo scontro tra gli Esposito di Bagnoli e i Giannelli di Cavalleggeri d’Aosta sembra essere arrivato a un punto di non ritorno e la conferma arriva dall’ordigno artigianale fatto esplodere la notte scorsa in via Diocleziano, strada che ricade nel quartiere controllato dal clan capeggiato dal ras detenuto Alessandro Giannelli: a finire nel mirino è stato il negozio “Centro Tim Diocleziano”, che a causa del violento scoppio ha riportato danni alla saracinesca e alle insegne. Il titolare del negozio è Salvatore Giannelli, fratello del ras Alessandro Giannelli, già noto alla cronaca locale per via dei suoi precedenti per truffa. Sul posto, poco prima delle 2,30 di ieri notte, si sono precipitare le volanti del commissariato San Paolo. Gli investigatori della polizia di Stato, eseguiti i rilievi di routine sulla scena, hanno poi interrogato il titolare dell’attività, ma dal colloquio non sarebbero emerse informazioni particolarmente utili allo sviluppo delle indagini. Gli uomini della Polstato sono però quasi certi che il raid della notte scorsa non sia altro che la risposta ai colpi di pistola esplosi due giorni prima in via Di Niso, nel confinante quartiere Bagnoli, a pochi passi dall’abitazione del boss Massimiliano Esposito “’o scognato” e del genero Carmine Esposito. Un botta e risposta, che va avanti imperterrito ormai da diverse settimane e i cui esiti sembrano al momento imprevedibili. Nei giorni precedenti erano stati registrati altri incendi ad attività riconducibili ai due clan e a inizio settimana un ordigno artigianale era stato piazzato davanti all’ingresso del bar gestito da Giuseppe Giannelli, figlio del ras Alessandro. La stesa di via Di Niso potrebbe dunque essere stata a sua volta la risposta a quell’attentato. Gli investigatori sperano che qualche telecamera possa aver inquadrato il passaggio dei pistoleri, ma le ricerche non hanno fin qui dato esito. La tensione a Cavalleggeri d’Aosta è scoppiata, dopo almeno due anni di tregua forzata a causa degli arresti eseguiti dalle forze dell’ordine sull’uno e sull’altro fronte, a fine estate. Nell’arco di tre settimane si sono verificate tre sparatorie, un incendio doloso e un attentato con un ordigno rudimentale. Senza contare almeno due incursioni armate, riferite da testimoni alle forze dell’ordine, nel popoloso quartiere. Circostanze che fanno anche pensare al coinvolgimento di altri clan, oltre ai Giannelli e agli Esposito. Tornando al raid subito dal locale di Giannelli jr, dalle testimonianze raccolte in zona, e forse dalle immagini di qualche telecamera, sembra che siano comparsi improvvisamente due uomini in sella a uno scooter, uno dei quali ha depositato qualcosa davanti alla serranda. Era la bomba, scoppiata pochi secondi dopo. Un bilancio non distruttivo, ma l’importante per gli autori dell’attentato era lanciare un segnale preciso. Il giovane titolare ha poi riferito alla polizia di non aver mai ricevuto minacce.

Luigi Nicolosi

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