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25 Ottobre 2022 - 11:44
Si chiama Giuseppe Bucolo, 56 anni, carabiniere originario di Catania, arrestato stamattina dai suoi colleghi nell'ambito di un'indagine su un giro di usura gestito dalla camorra. Per il militare, accusato di corruzione, sono stati disposti gli arresti domiciliari. La stessa misura cautelare è stata disposta anche per Mario Baratto 63 anni, Gennaro Scala, 55 anni e per Vittoria Trapanese, 48 anni. L'arresto in carcere è stato notificato invece a Umberto Graziano 35 anni, Michele Scarca 32 anni, e ad Alessandro, Angelo e Gennaro Volpe, 39, 55 e 41 anni, legati da vincoli di parentela con Antonio Volpe, il 77enne assassinato a colpi d'arma da fuoco, tra la gente, nel quartiere Fuorigrotta di Napoli, nel marzo del 2021. Per Gaetano Staiano, 68 anni, e Patrizio Straiano, 31 anni, è stato invece disposto l'obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.
Dalle indagini è emerso che il militare corrotto avrebbe intascato per anni e anni le "mazzette" dei vari gruppi camorristici della zona. Tra il 2005 e il maggio 2007 avrebbe percepito 5mila euro al mese dalle mani di un esponente di spicco del gruppo camorristico Puccinelli del Rione Traiano per fornire informazioni riservate circa le indagini e anche riguardo le operazioni di contrasto nei confronti dell'organizzazione camorristica.
Inoltre, secondo quanto racconta il collaboratore di giustizia Gennaro Carra, Bucolo ebbe un ruolo nelle fasi successive al ferimento di cui fu vittima il sovrintendente della Polizia di Stato Nicola Barbato, colpito durante una sparatoria avvenuta nei pressi della stazione della Cumana di Fuorigrotta il 24 settembre del 2015. Fu lui, infatti, secondo il racconto di Carra, a ricevere e far sparire l'arma usata contro il poliziotto.
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