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Via Torricelli, la verità sulle “stese”

Via Torricelli, la verità sulle “stese”

L’ultimo episodio fa risalire la tensione a Pianura: i clan mirano all’egemonia

NAPOLI. Un’altra “stesa” nella strada che detiene il record nel 2022, vera o presunta perché non sono stati trovati bossoli, fa risalire di nuovo la tensione a Pianura. Ma questa volta l’allarme non è scattato nei dintorni dell’abitazione di Giuseppe Cioffi, cugino del giovane ras detenuto Emanuele Marsicano, a dimostrazione che la vicenda camorristica è un po’ più ampia. In sostanza, e su ciò concordano tutti gli investigatori, le intimidazioni a colpi di pistole e bombe scaturirebbero dalla pretesa di entrambi i clan in guerra che l’altro abbandoni il territorio. In sostanza, coloro i quali vi abitano dovrebbero cambiare casa trasferendosi in un’altra zona del quartiere.

Per capire bene l’ipotesi al vaglio delle forze dell’ordine si deve partire dalla situazione sul campo. Via Torricelli è il quartiere generale del clan CarilloPerfetto e molti affiliati vi riedono con le loro famiglie. Ma in un tratto in particolare della strada abitano pregiudicati vicini ai Calone-Esposito-Marsicano, che sono nemici acerrimi dei primi da un paio di anni. Cosicché gli eredi camorristici dei MarfellaPesce vorrebbero sfrattare con la forza della paura gli altri, la cui base si trova al “Cannavino”. I contrasti si sono acuiti notevolmente dopo il rapimento e l’omicidio di Andrea Covelli, individuato come bersaglio vicino ai Carillo in quanto fratello di un affiliato al clan. La vendetta si è finora condensata in tentati omicidi, sequestri, minacce e appunto, “stese” a ripetizione in via Evangelista Torricelli.

Gli avversari, che complessivamente a Pianura sono convinti di essere più forti e numerosi, non sono rimasti a guardare e così le persone che abitano nella zona stanno vivendo il peggior periodo della loro vita. Giuseppe Cioffi quindi, 21enne agli arresti domiciliari per droga, non è diventato quindi il bersaglio principale degli attacchi dei Carillo-Perfetto per motivi personali. Ma secondo gli investigatori il suo eventuale allontanamento rappresenterebbe per il clan una vittoria dal valore simbolico molto importante.

Come finirà è impossibile prevederlo, anche perché la faida di Pianura è la seconda a Napoli per durata dopo quella di San Giovanni a Teduccio tra i Mazzarella e i Rinaldi. Gli interessi nel controllo dell’attività illecite infatti si sommano all’odio che spesso si rinfocola ed è quasi impossibile trovare una pace duratura. La tensione è alta in un altro quartiere della zona occidentale della città, precisamente in via Diocleziano.

L’ultimo episodio risale allo scorso fine settimana, con un ordigno esploso all’esterno del negozio di telefonia di un fratello del ras detenuto Alessandro Giannelli. Non risultano però collegamenti con le vicende di Pianura in quanto il raid di Cavalleggeri d’Aosta sarebbe maturato nell’ambito dello scontro con gli Esposito di Bagnoli. Un contrasto che avanti, a fasi alterne, da circa 4 anni e subì uno stop grazie a un’inchiesta della procura antimafia che permise l’arresto di numerosi affiliati sull’uno e sull’altro fronte.

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