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Napoli, gli esercenti: «Consumi e costi, miscela letale»

Napoli, gli esercenti: «Consumi e costi, miscela letale»

Allarme da bar, supermercati, pescherie e settore abbigliamento: vendite in calo e rincari, siamo al limite

NAPOLI. Bollette energetiche ed inflazione erodono gli stipendi e contagiano food e abbigliamento. Per via dell’aumento dei prezzi si spende di più ma si compra sempre meno. Il futuro è incerto anche per gli esercenti napoletani: «Un calo delle vendite sotto le festività natalizie può essere letale», sostengono i commercianti.

«SI COMPRA LO STRETTO NECESSARIO». In affanno le famiglie, costrette a fare a meno dalla tavola di carne e pesce per prodotti più a buon mercato. «La gente compra lo stretto necessario», afferma Antonio Arfè (Antica Gastronomia Arfè, in via Martucci). «Se il sabato si andava al cinema e poi al ristorante, oggi si sceglie di fare una sola cosa. Poco il lavoro per i ristoranti dal lunedì al venerdì, lavorano solo le pizzerie, dove si può mangiare con meno soldi».

«IL GOVERNO INTERVENGA CON URGENZA». Per Arfè si tratta di una situazione «pericolosa che il Governo deve affrontare con urgenza e con provvedimenti concreti perché sono i prezzi dei prodotti alimentari che corrono più degli altri, anche quelli che non hanno nulla a che vedere con le bollette», sottolinea. E porta un esempio: «In questo periodo acquistavo in vista dell’Immacolata 3 chilogrammi di tartufo, oggi ne acquisto appena trecento grammi in quanto il costo è più che raddoppiato e ci sono meno richieste».

«CAFFÈ E CORNETTO A PREZZO FISSO, MA NON BASTA». Anche Giuseppe Marzio (Bar Franco) conferma un calo delle vendite. «Abbiamo messo un prezzo fisso per caffè e cornetto per consentire alla clientela abituale di poter fare colazione al bar e mantenuto gli stessi prezzi per la piccola pasticceria». Sforzi che non bastano, perché i costi di materie prime ed energia «sono un vero e proprio salasso. Se le famiglie hanno difficoltà perché, spinte dai rincari, rinunciano al superfluo anche nell’alimentare, è difficile anche per noi. È insomma un fenomeno che rallenta l’economia proprio quando manca un mese al Natale. È una ragione in più per sollecitare il Governo a prendere misure di vicinanza e di giustizia sociale alle categorie produttive al più presto».

COLPITE PURE LE PESCHERIE. Anche le pescherie subiscono il calo delle vendite ed i banconi sono sempre più vuoti. «Pur mantenendo gli stessi prezzi da questa estate, è diminuita la vendita di pesce di maggiore pregio ed il consumatore si orienta verso quello che costa di meno», spiega Enza Capuano (Pescheria Capuano), che aggiunge: «Noi ce la mettiamo tutta nonostante i rincari, ma le autorità devono trovare una soluzione perché a farne le spese saranno soprattutto i consumatori».

E C’È CHI SPERA NEL FREDDO... Il caro-bollette e l’inflazione pesano anche sullo shopping. «Se con il freddo non arriverà una “reazione” sugli acquisti ci sarà da preoccuparsi», prevede Massimo Molino, titolare di “Tris”, negozio d’abbigliamento in via Leopardi. «Con il post pandemia abbiamo creduto nel ritorno alla normalità, ma non immaginavamo che inflazione e costi dell’energia rallentassero gli acquisti».

«RISCHIO NUOVI AUMENTI». Molino aggiunge che «siamo preoccupati perché arrivano segnali non incoraggianti dai nostri fornitori con possibili aumenti che potranno essere difficilmente sostenibili dalla nostra abituale clientela. Serve una presa di coscienza da parte delle forze politiche».

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