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12 Novembre 2022 - 08:16
NAPOLI. La pista principale per l’omicidio del ras storico dei Lo Russo, poi regista occulto del clan di “Miano di sopra”, starebbe proprio nei recenti contrasti con un pari grado di “Miano di sopra”. Ma l’omicidio di Pasquale Angellotti detto “Linuccio ’o cecato”, 54enne di via Janfolla cognato dell’ex boss pentito Carlo Lo Russo, si presta a più di un’interpretazione. Quantomeno ad altre due ipotesi: il tentativo di riorganizzare i “Capitoni” a scapito dell’altro gruppo di quartiere oppure un attacco esterno alla zona per poter invadere completamente il territorio. Per ora però gli investigatori escluderebbero una possibile longa manus dell’Alleanza di Secondigliano mentre è ritenuto credibile come movente il traffico di droga, business principale della mala di Napoli Nord. Le fasi dell’agguato contro Pasquale Angellotti sono un classico della camorra. “Linuccio ’o cecato” era da solo in via della Liguria a bordo di una Fiat “500” nera quando, approfittando del rallentamento provocato da un incrocio, sono comparsi due killer a bordo di una Lancia “Y”, poi trovata carbonizzata in via Santa Croce. Hanno affiancato la vettura e il passeggero ha estratto una pistola calibro 9 sparando a raffica. Il 54enne è morto quasi all’istante, centrato dai proiettili alla testa e al torace. Dieci bossoli sono stati trovati e sequestrati dalla polizia scientifica. Erano le 17 e 30 di ieri. Via della Liguria in quel momento era trafficata e per strada c’erano diverse persone, aumentate dopo la sparatoria. Sul posto sono accorsi familiari, amici e conoscenti della vittima, uomo di fiducia dei Lo Russo nel periodo del loro massimo potere camorristico. Angellotti figura in un’inchiesta anche come referente del clan di Miano nella gestione delle estorsioni alle ditte impegnati nei lavori in zona ospedaliera, a dimostrazione dei legami molto stretti con i “Capitoni”. Poi fu arrestato per associazione mafiosa e per questo reato ha scontato 10 anni, tornando libero due anni fa e trovando una situazione profondamente cambiata a Miano. In precedenza era stato accusato dell’omicidio di Costanzo Calcagno a Ercolano, secondo gli inquirenti per fare un favore ai Birra in contrapposizione agli Ascione. Ma L’omicidio del ras dei “Capitoni” sarebbe il frutto di un’epurazione interna Agguato in mezzo al traffico, assassinato il boss Angellotti l’ipotesi non resse e “’o cecato” è morto con la fedina penale non gravata da fatti di sangue. Le indagini sul delitto, che rischia di scatenare un’altra faida a Napoli, sono condotte dai poliziotti della sezione “Omicidi” della Squadra mobile della questura con la collaborazione dei colleghi della squadra giudiziaria del commissariato Scampia. Investigatori esperti , che avrebbero raccolto nei mesi scorsi voci confidenziali circa il riacutizzarsi dei contrasti tra “Miano di sopra” e “Miano di sotto”, alla base dell’agguato di ieri pomeriggio. Così come non è escluso un collegamento con un altro omicidio eccellente: quello di Salvatore Milano detto “’o Milan”, che con Pasquale Angellotti era in contatto dopo la scarcerazione di entrambi. Anche per questo l’ipotesi di un ras emergente dietro tutto questo non è campata in aria.
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