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13 Novembre 2022 - 08:00
NAPOLI. Pasquale Angellotti sarebbe stato attirato in una trappola, perciò venerdì pomeriggio era in auto in via della Liguria. Una strada a senso unico nella parte antica di Miano, che stava percorrendo per arrivare a un appuntamento. Ecco perché gli investigatori stanno analizzando a fondo il suo cellulare alla ricerca di eventuali tracce: una chiamata o un whatsapp. In ogni caso per i poliziotti che conducono le indagini, Squadra mobile e commissariato Scampia, “Linuccio ’o cecato” sarebbe stato ammazzato per il riesplodere dei contrasti tra il gruppo di “Ncopp Miano”, di cui era il regista occulto, e i nemici di “Abbasc Miano”, niente affatto scomparsi nonostante l’arresto dei giovani ras ormai da più di due anni. Pasquale Angellotti, 54 anni dei quali più 15 trascorsi in carcere, non era uno sprovveduto e se si è mosso per andare nella tana del lupo deve essersi fidato di chi gli aveva dato l’appuntamento. Si vedeva in giro spesso, ma secondo gli investigatori l’agguato in quel tratto di via della Liguria, strada stretta a senso unico, non è stato un caso. Ad attenderlo, o a seguirlo, c’erano due killer a bordo della Lancia Y rubata che successivamente è stata bruciata, forse con l’appoggio di uno scooter. I colpi alla testa lo hanno ucciso all’istante. A distanza di un altro giorno la pista principale continua a essere quella dei contrasti con il clan “Miano di sotto”, con la subordinata che Pasquale Angellotti stesse creando un gruppo di fedelissimi in passato vicini ai Lo Russo, di cui è stato uno storico luogotenente. Mentre gli investigatori escludono completamente una possibile longa manus dell’Alleanza di Secondigliano. Lo scenario in cui è maturato l’agguato comprende Miano intera, 7 www.ilroma.net Roma - Il Giornale di Napoli domenica 13 novembre 2022 NAPOLI ma non solo: anche Chiaiano, Marianella e Piscinola fanno gola alla camorra per i business droga ed estorsioni. Le fasi dell’agguato contro Pasquale Angellotti sono un classico della camorra. “Linuccio o’ cecato” era da solo in via della Liguria a bordo di una Fiat 500 nera quando, approfittando del rallentamento provocato da un incrocio, sono comparsi due killer in auto. Hanno affiancato la vettura del 54enne di via Janfolla e quello seduto affianco al conducente ha estratto una pistola calibro 9 sparando a raffica. Il cognato di Carlo Lo Russo, che non aveva seguito sulla strada del pentimento, è morto appena i proiettili lo hanno centrato alla testa e al torace. Dieci bossoli sono stati trovati e sequestrati dalla polizia scientifica. Erano le 17 e 30. Via della Liguria in quel momento era trafficata e per strada c’erano diverse persone, aumentate dopo la sparatoria. Sul posto sono accorsi familiari, amici e conoscenti della vittima, uomo di fiducia dei Lo Russo nel periodo del loro massimo potere camorristico. Pasquale Angellotti figurava in un’inchiesta anche come referente del clan di Miano nella gestione delle estorsioni alle ditte impegnati nei lavori in zona ospedaliera, a dimostrazione dei legami molto stretti con i “Capitoni”.
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