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19 Novembre 2022 - 10:06
San Giovani a Teduccio, raffica di condanne per uomini e donne del clan del Bronx. Assolti e scarcerati i fratelli Leandro e Francesco Pio. Fuori anche Pasqualina Di Leo
NAPOLI. Giornata campale per il clan Silenzio di San Giovanni a Teduccio con un processo importate giunto a compimento e la clamorosa assoluzione di Francesco Silenzio, che era accusato dell’omicidio di Annamaria Palmieri detta “Nino D’Angelo”. Resta in carcere per associazione camorristica e droga mentre sono stati assolti e tornano in libertà i fratelli Leandro e Francesco Pio. Scarcerata anche Pasqualina Di Leo: lei e il ras soprannominato “Franco” erano difesi dall’avvocato Salvatore D’Antonio. Cominciamo dal fatto più importante.
Il Gup presso il Tribunale di Napoli Fabio Lombardo ha assolto Francesco Silenzio, imputato per l'omicidio di Palmieri Annamaria detta "Nino D'Angelo", uccisa nel gennaio del 2018, sua parente prima alleata e poi acerrima nemica per essere rimasta fedele ai Formicola. L’accusa scaturiva dalla collaborazione di Antonio Costabile, che con le sue rivelazioni aveva fatto luce sull’agguato alla donna che pagò con la vita di aver favorito in una vicenda Assunta Formicola, ex moglie del Francesco Silenzio. Ma la ricostruzione non ha convinto il giudice, che ha accolto le argomentazioni del legale dell’imputato, tese a smontare le dichiarazioni del pentito nonché di altri 7 collaboratori di giustizia. Francesco Silenzio è stato assolto, perché il fatto non sussiste, dall’accusa di essere l’esecutore materiale dell’omicidio della Palmieri anche attraverso una consulenza tecnica balistica.
Mentre gli è stata inflitta una condanna a 20 anni per i capi di imputazione relativi all’associazione (come capo e promotore) e traffico di droga. Ecco di seguito condanne e assoluzioni: Sergio Acampora 10 anni; Antonio Costabile (pentito); Pasqualina Di Leo assolta per non aver commesso il fatto; Ferdinando Di Pede 10 anni; Tobia Esposito 6 anni; Mariglen Lazri 12 anni; Vincenzo Marigliano 12 anni; Salvatore Mauro 2 anni e 8 mesi; Antonio Morra 12 anni; Demetrio Morra 12 anni; Luigi Pagano 6 anni; Raffaele Pane 6 anni; Salvatore Prisco 10 anni; Giovanni Ranavolo 12 anni; Claudia Rizzo 6 anni; Alfonso Silenzio 18 anni; Chiara Silenzio 8 anni; Francesco Pio Silenzio assolto perché il fatto non sussiste; Francesco Silenzio 20 anni; Leandro Silenzio assolto per non aver commesso il fatto; Pacifico Silenzio 18 anni; Salvatore Silenzio 9 anni e 4 mesi; Vincenzo Silenzio 12 anni.
Gli avvocati Domenico Dello Iacono e Mauro Zollo hanno assistito Leandro Silenzio, scarcerato immediatamente dopo la pronuncia della sentenza, e Tobia Esposito, condannato per droga ma senza l’aggravante camorristica. Zollo difendeva anche Chiara Silenzio, ritenuta colpevole di associazione camorristica alla quale il gup ha inflitto 8 anni di reclusione a fronte dei 20 chiesti dalla Dda. L’avvocato Giuseppe Milazzo ha difeso con il collega Salvatore D’Antonio l’imputato Salvatore Silenzio e con Domenico Dello Iacono Raffale Pane, per il quale l’accusa è stata derubricata dall’articolo 74 al 73.
Altri penalisti nel del collegio difensivo sono stati Leopoldo Perone, Antonio Abet, Salvatore Impradice (che difendeva con D’Antonio Pasqualina Di Leo, assolta), Nicola Pomponio, Salvatore Operetto, Mario Griffo e Giuseppe Formicola. Fino al 30 novembre 2021 sembrava irresistibile l’ascesa del clan Silenzio, ma fu bruscamente interrotta ieri con un’operazione che portò all’esecuzione di 26 ordinanze di custodia cautelare (24 in carcere e 2 ai domiciliari), frutto di una brillante indagine dei poliziotti della sezione “Criminalità Organizzata” della Squadra mobile della questura coordinati dalla procura antimafia. Investigatori esperti che abilmente avevano piazzato una microspia nell’abitazione di Alfonso Silenzio (uno dei fratelli del ras Francesco coinvolti nell’inchiesta) e hanno ascoltato ininterrottamente le conversazioni tra i presenti da marzo 2018 a settembre 2019. Così sono scattate le manette (agli arresti hanno partecipato i poliziotti del commissariato San Giovanni-Barra) che hanno decapitato l’organizzazione con base nel “Bronx” di san Giovanni a Teduccio.
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