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21 Novembre 2022 - 07:30
Spaccio di droga “al minuto”, inseguimento ad alta tensione
NAPOLI. Dopo qualche giorno di tregua apparente in seguito all’omicidio del boss dei “Capitoni” Pasquale Angellotti, gli affari criminali di Miano e dintorni sembrano essersi rimessi in moto. L’indizio arriva dall’operazione compiuta sabato sera dalla polizia, che al termine di un concitato inseguimento tra le vie del quartiere ha bloccato e arrestato per spaccio una sua vecchia conoscenza il 49enne Gaetano Cirillo, vittima di un clamoroso agguato nel 2017 e a più riprese accostato dagli investigatori agli ambienti criminali dei Lo Russo, pur senza essere mai stato inquadrato come un affiliato. L’operazione è scattata sabato sera, quando gli agenti del commissariato di Scampia, durante il servizio di controllo del territorio, nel transitare in via Miano hanno notato una persona a bordo di uno scooter che, dopo essersi avvicinata a un gruppo di ragazzi, ha ceduto qualcosa ad uno di loro in cambio di una banconota per poi allontanarsi rapidamente. I poliziotti lo hanno seguito e hanno visto l’uomo in vico Vincenzo Valente, non distante dalla sua abitazione, prelevare qualcosa da una busta occultata tra alcune piante a bordo strada, pertanto lo hanno raggiunto e bloccato trovandolo in possesso di due involucri con della marijuana e 725 euro; inoltre, hanno rinvenuto nella busta 82 involucri con 56 grammi della stessa sostanza. Gaetano Cirillo, 49enne di Miano con precedenti di polizia, è stato arrestato per spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. La posizione del pusher di via Valente è ora al vaglio degli investigatori. Cirillo viene infatti considerato un “battitore libero” in materia di droga, ma la polizia non esclude un collegamento con i gruppi di mala della zona e per questo motivo sta cercando di ricostruire il canale che ha consentito al 49enne di avere l’ingente fornitura di marijuana. Quello di Cirillo è un nome che nel recente passato è più volte balzato alla ribalta della cronaca. L’ultima risaliva al settembre 2017, quando l’allora 44enne è stato vittima di un agguato all’esterno di un bar del quartiere. I colpi di pistola esplosi dai sicari lo ferirono di striscio al volto e lo centrarono all’addome: le sue condizioni inizialmente furono considerate critiche, ma per sua fortuna riuscì in seguito a cavarsela senza grosse conseguenze fisiche. I responsabili dell’imboscata non sono mai stati individuati, ma all’epoca delle indagini i sospetti degli inquirenti si focalizzarono sui ribelli del gruppo Nappello, in quel periodo impelagati in uno scontro fratricida con gli ex alleati del clan Lo Russo. La vittima, dal canto suo, non seppe o non volle comunque fornire indicazioni utili allo sviluppo delle indagini. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, ma le tensioni a Miano non sono mai cessate. Anzi, nelle ultime settimane i venti di faida sono tornati a soffiare con particolare veemenza. Risale ad appena pochi giorni fa l’omicidio di Pasquale Angellotti “’o cecato”, esponente di punta dei Lo Russo, sospettato di aver riorganizzato la cosca.
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