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Scacco ai broker della cocaina: 22 arresti

Scacco ai broker della cocaina: 22 arresti

Assedio alla rete del ras Bruno Carbone, blitz tra Napoli e Torre Annunziata: al vertice c’era il narcos De Simone

NAPOLI. L’impero criminale messo in piedi dai super narcotrafficanti del clan Amato-Pagano Raffaele Imperiale e Bruno Carbone perde un altro, importantissimo tassello. Dopo la retata messa a segno pochi giorni fa, l’attenzione degli investigatori antimafia si è concentrata stavolta su una nuova organizzazione di capipiazza, pusher e corrieri con base tra Napoli e l’hinterland vesuviano, in particolare a Torre Annunziata, con preoccupanti collegamenti con il clan Gionta. Pesante, dunque, il bilancio dell’ultima inchiesta condotta dagli uomini della guardia di finanza, che ieri mattina, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, hanno tratto in arresto 22 persone (19 in carcere, tre ai domiciliari), mentre altri tre indagati si sono visti notificare l’avviso di divieto di dimora in Campania.

Ai vertici della holding si sarebbe posizionato l’oplontino Francesco De Simone, 67enne narcos a lungo di base in Olanda ed estradato in Italia all’inizio del 2018. La rotta era ormai consolidata: via autostrada. Dalla periferia della capitale olandese a Napoli e a Torre Annunziata. Il sistema era collaudato: utilitarie anonime, guidate da incensurati, con cintura di sicurezza, assicurazione in regola e bollo pagato. Ma quelle auto avevano dei doppi fondi creati da lattonieri specialisti in grado di occultare all’interno anche dieci chili di droga.

Di qualunque tipo: sintetiche, eroina, ma soprattutto cocaina: nel corso dell’indagine i finanzieri avevano infatti sequestrato oltre 120 chili di “neve”. Con queste accuse, i finanzieri del Gico (colonnello Danilo Toma, luogotenente Tommaso Montanino) all’alba di ieri hanno eseguito la maxi-ordinanza che ha azzerato la holding attiva tra settembre 2017 e giugno 2019. I capi indiscussi dell’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti sarebbero stati Francesco De Simone, Mario Iovene, Francesco Maresca, Salvatore Onda e Sabatino Pinto. Paolo Baggio, Lorenzo De Lazzari, Tiziano Galiazzo e Van-ni Bagato avrebbero fornito supporto logistico per le importazioni dall’Olanda; mentre Carmine Balzano, la moglie Angela Antille e Mario Criscuolo sarebbero stati i corrieri incaricati di utilizzare le vetture “a sistema”, cioè munite di doppi fondi. Giovanni Bocchetti avrebbe aiutato i vertici nelle fasi dell’importazione dall’Olanda, percependo una “mesata” di 6mila euro. Umberto Tozzi avrebbe infine consegnato i soldi ai cartelli fornitori e avrebbe curato il trasporto dal luogo di consegna ai tir per l’Italia.

Determinanti, oltre a centinaia di intercettazioni, si sono rivelate le dichiarazioni del pentito Andrea Lollo, ex fedelissimo del ras Imperiale. Lollo il 17 dicembre 2017 ha rivelato agli inquirenti della Dda di Napoli: «I miei rapporti con Francesco De Simone sono ripresi dopo che sono stato scarcerato a novembre 2013. Mi recai dalla moglie di Bruno Carbone, Viola, e lei mi ha messo in contatto con Vincenzo Esposito “’o topo” e sono andato in Olanda da lui per prendere accordi. Mi disse che aveva contatti con Francesco De Simone e Mario Iovine». E ancora: «Mi dissero che stavano caricando la droga in Olanda da Bruno Carbone».

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