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Racket, Sos impresa: «Tutta la città è a rischio»

Racket, Sos impresa: «Tutta la città è a rischio»

«A Napoli non esiste in questo momento una sola zona franca. Tutti i quartieri della città, dal Vomero a Pianura passando per il centro storico, vanno considerati a rischio sotto il profilo della pressione estorsiva». Luigi Cuomo, coordinatore dell’associazione antiracket Sos Impresa, non si nasconde dietro un dito e ammette la delicatezza del momento. Con il Natale ormai quasi dietro l’angolo il rischio di una nuova escalation di taglieggiamenti ai danni di imprenditori e commercianti è dunque tutt’altro che un’ipotesi remota.

Gli ultimi fatti di cronaca, cioè le stese a scopo intimidatorio, e le ultime inchieste giudiziarie hanno del resto confermato che in città i clan di camorra continuano, eccome, a imporre il pizzo. Talvolta i commercianti, messi alle strette anche dal caro bolletta e dalla crisi economica, hanno deciso di alzare la testa, invocando l’aiuto delle forze dell’ordine. La strada, però, sembra essere ancora tutta in salita: «Rispetto all’ampiezza del fenomeno - spiega Luigi Cuomo - le denunce sono ancora pochissime. Registro però, almeno rispetto al recente passato, una leggera inversione di tendenza. Il punto è che bisogna sollecitare le vittime a chiedere aiuto alle istituzioni. Solo così sarà possibile arginare la piaga del racket».

Il coordinatore di Sos Impresa focalizza poi il proprio ragionamento sull’attuale modus operandi della malavita organizzata: «Dai dati raccolti - osserva Cuomo - emerge oggi una nuova tendenza. Le nuove leve della microcriminalità, mi riferisco soprattutto a gruppi di giovanissimi spacciatori che hanno deciso di fare il “salto di qualità”, sono molto più spregiudicate rispetto ai vecchi ras, che pure continuano a operare. Queste nuove paranze sono estremamente violente e imprevedibili nelle loro azioni e reazioni. Esigono i soldi dalle loro vittime, cifre talvolta esorbitanti, e li pretendono subito. I boss vecchio stile invece operano soprattutto sul fronte delle forniture, spesso di bassissima qualità, nelle speranza di eludere eventuali indagini a loro carico».

Cuomo conclude quindi con un’ultima considerazione: «Il settore del food è oggi quello senza dubbio più esposto alla recrudescenza del racket ed è anche quello costretto a pagare le somme più alte. In vista del Natale i clan si stanno già muovendo e nessun quartiere della città è al sicuro». 

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